Attualità: “Anto’ fa caldo!”

Premesso, a scanso di equivoci, che un periodo di caldo torrido non è una dimostrazione del fenomeno del riscaldamento globale (così come un periodo di freddo rigido non basta per negarne l’evidenza), vorrei discutere delle tecnologie di cui oggi disponiamo per monitorare l’andamento del clima su scala globale.

Il caldo opprimente di questi giorni ha fatto tornare alla mente di molti una famosa pubblicità che, alla fine degli anni ’90, diventò un vero e proprio tormentone.

Lunghi periodi caldi e siccitosi ci sono sempre stati. Quello che cambia – a causa del riscaldamento globale – è l’intensità dei picchi di calore e – soprattutto – la loro estensione territoriale e la frequenza con la quale si ripetono.

In altre parole, i conti del riscaldamento globale si fanno a fine anno, mediando sull’andamento annuale di tutta la superficie terrestre. I singoli eventi registrati a livello locale non incidono più di tanto, a meno che non siano molto intensi (per livelli di temperatura raggiunti e per estensione territoriale) e durino molte settimane.

Lo scopo di questo post è quello di farvi vedere quali sono gli strumenti con i quali oggi è possibile tenere sotto osservazione questi fenomeni (ed eventi collegati come quelli degli incendi boschivi).

In particolare, faccio riferimento ad un recente report della NASA dal titolo “Heatwaves and Fires Scorch Europe, Africa, and Asia” (Ondate di caldo e incendi bruciano Europa, Africa ed Asia) nel quale si discute dei fenomeni che stanno avvenendo su scala globale nel corso delle ultime settimane.

La figura seguente mostra la mappa delle temperature massime registrate – a livello globale – lo scorso 13 luglio. La mappa è stata costruita elaborando i dati provenienti dall’osservazione satellitare con GEOS, un sofisticato modello matematico che descrive i principali fenomeni fisici che avvengono nell’atmosfera.

Distribuzione delle temperature massime registrate a livello globale lo scorso 13 luglio. L’immagine è stata elaborata dalla NASA

Grazie alle osservazioni satellitari è possibile avere, oltre alla mappa delle temperature, anche quella degli incendi che purtroppo, con l’aumentare delle temperature, diventano particolarmente frequenti ed intensi.

Uno scorcio della penisola iberica ripreso da satellite lo scorso 12 luglio. Grazie a speciali rivelatori infrarossi il satellite ha individuato i principali focolai di incendio (segnati in figura con un cerchietto rosso) presenti nella regione. Misure di questo tipo consentono di effettuare statistiche affidabili sulla presenza di incendi a livello globale e sul loro possibile impatto a livello climatico. Elaborato dalla NASA

In conclusione, oggi disponiamo di strumenti sofisticati che ci consentono di avere una visione globale dei fenomeni che interessano l’atmosfera. Grazie a questi strumenti sarà possibile disporre di dati sempre più completi ed affidabili che potranno dare un contributo decisivo per migliorare le nostre conoscenze sul riscaldamento globale e sui fenomeni ad esso collegati.

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