Quasi in coincidenza del ritorno al lockdown della città di Wuhan, la rivista Science ha pubblicato 2 articoli nel quale si discute dell’origine della pandemia di Covid-19, avvenuta proprio a Wuhan nel novembre 2019.
La prestigiosa rivista Science ha pubblicato 2 studi condotti da gruppi di ricerca internazionali che, dopo una approfondita analisi di tutti i dati disponibili, hanno concluso che l’origine della pandemia è legata a 2 distinti episodi di spillover (passaggio virale tra specie diverse) avvenuti nella città di Wuhan. I 2 lavori li potete trovare qui:
- J.E. Pekar et al.,”The molecular epidemiology of multiple zoonotic origins of SARS-CoV-2″, Science (2022) abp8337, DOI:10.1126/science.abp8337.
- M.Worobey et al., “The Huanan Seafood Wholesale Market in Wuhan was the early epicenter of the COVID-19 pandemic”, Science (2022) abp8715, DOI: 10.1126/science.abp8715.
Il contenuto dei 2 lavori erano stato anticipato da Nature nel febbraio scorso, al momento in cui le pubblicazioni erano state rese disponibili sotto forma di pre-print, prima di essere sottoposte alla revisione di referee indipendenti. La pubblicazione su Science dei 2 lavori costituisce un punto fermo e rende decisamente poco credibili le diverse ipotesi fatte sull’ipotetica fuga del virus da un laboratorio cinese.
Assodata l’origine della pandemia, dopo oltre 2 anni e mezzo dal suo inizio è giunta notizia che 1 milione di abitanti di Wuhan sono stati messi in condizione di rigido lockdown a seguito della scoperta di 4 casi di contagi asintomatici legati al virus Omicron BA.5. La notizia ha fatto scalpore anche perché ormai, in gran parte degli altri Paesi, l’approccio alla Covid-19 sembra ispirarsi al motto “disperdetevi e contagiatevi“.
Un approccio basato su rigidi lockdown aveva senso nelle fasi iniziali della pandemia, quando c’era ancora qualche speranza di circoscrivere la diffusione del virus e quando mancavano vaccini e cure in grado di limitare i danni sanitari della (allora) sconosciuta malattia. Oggi i lockdown possono essere utilizzati come arma estrema quando il livello dei contagi è così alto da mettere a repentaglio la funzionalità degli ospedali. Ma mettere in lockdown 1 milione di persone a causa della presenza di 4 contagi asintomatici sembra veramente una esagerazione.
Sappiamo che le notizie che arrivano dalla Cina sono sottoposte ad una rigida censura e spesso vengono edulcorate per obbedire alle indicazioni del regime. Non è dato sapere se i contagi siano solo 4 oppure molti di più. Sta di fatto che, durante questi primi 7 mesi del 2022, la Cina è stata sottoposta ad una serie di rigidi lockdown ispirati a quella che il regime cinese definisce la politica del “contagio zero“.
Per rendersi conto della severità di questi interventi basta ricordare che, per la prima volta da quando vengono fatte statistiche ufficiali sull’economia cinese, il prodotto interno lordo cinese del primo semestre 2022 è rimasto sostanzialmente in linea con quello dell’anno precedente. Un risultato incredibile per l’economia del Dragone che ci aveva abituati ad una crescita tumultuosa.
Oggi la situazione è molto diversa rispetto a quella di 2 anni e mezzo fa, ma la Cina continua imperterrita con i suoi metodi iniziali, costringendo milioni di obbedienti cittadini a fortissime limitazioni. Molti osservatori sostengono che la strategia cinese non sia frutto di una scelta sanitaria, ma sia legata soprattutto a scelte politiche, fortemente condizionate dal Congresso d’autunno che dovrebbe confermare il terzo mandato di Xi Jinping.
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