La recente impennata dei costi energetici ha costretto i Paesi europei ad ipotizzare vere e proprie forme di razionamento dell’energia. Eppure – come dimostra un recente studio – una parte significativa dei nostri consumi energetici potrebbe essere ridotta (arrivando mediamente a dimezzarli) senza sacrificare in alcun modo la qualità della nostra vita. Non è un processo di facile realizzazione, ma si può fare!
L’attuale crisi energetica ha segnato probabilmente la fine dell’epoca dell’energia a basso costo, quando l’Europa poteva contare sulle forniture di gas russo a prezzi stracciati. Nei primi 2 decenni di questo nuovo secolo, l’ampia disponibilità di metano ha prodotto anche un forte rallentamento nello sviluppo di fonti di energia rinnovabili e nell’adozione di sistemi volti a favorire il risparmio energetico (i costi di tali interventi sono stati a lungo non competitivi rispetto a quelli dei combustibili fossili).
Quasi senza rendersene conto, l’Europa è caduta nella trappola energetica architettata dall’autocrate di Mosca ed oggi si trova ad affrontare una vera e propria emergenza, timorosa di dover passare il prossimo inverno al freddo.
Intuitivamente tendiamo a credere che valga l’equazione: “maggiori consumi energetici = migliore qualità della vita“. In effetti nei Paesi molto poveri i consumi energetici pro-capite sono ridotti a livelli minimi, ma non è affatto detto che per mantenere gli attuali livelli di vita si debba necessariamente contare su quantità crescenti di energia.
I risparmi energetici – se applicati con intelligenza nell’ambito di interventi di ampio respiro – possono produrre significative riduzioni dei consumi energetici senza intaccare in alcun modo la qualità delle nostre esistenze. Non servono dolorosi sacrifici, ma politiche lungimiranti che, oltre a farci risparmiare un bel po’ di denaro, possono produrre grandi benefici dal punto di vista climatico. A volte basta veramente poco per risparmiare una frazione significativa dell’energia che quasi inconsapevolmente dissipiamo.
Un’analisi dettagliata dei risparmi energetici che si potrebbero introdurre tra qui ed il 2050 in un Paese come la Gran Bretagna è stata pubblicata recentemente sulla rivista Nature Energy:
Barrett, J., Pye, S., Betts-Davies, S. et al. “Energy demand reduction options for meeting national zero-emission targets in the United Kingdom“. Nat. Energy 7, 726–735 (2022); https://doi.org/10.1038/s41560-022-01057-y
Lo studio si riferisce alla Gran Bretagna, ma può essere facilmente esteso a qualsiasi altro Paese europeo. L’analisi considera l’effetto di una molteplicità di possibili interventi, escludendo l’approccio che potremmo definire di “decrescita più o meno felice“.
Ovviamente non c’è un intervento miracoloso che possa risolvere il problema da solo, ma bisogna agire in modo coerente su fronti diversi. I risultati dipendono dalle innovazioni tecnologiche che ci aiutano a ridurre i nostri consumi energetici, ma anche dalla disponibilità dei cittadini e delle imprese ad accettare cambiamenti, abbandonando antiche consuetudini “energivore” per adottare nuovi stili di vita e nuovi modelli di business. Gli aspetti socio-economici sono importanti almeno quanto quelli più strettamente tecnici.
Considerando gli interventi che si possono fare nei diversi settori (agricoltura, industria, servizi e strutture non residenziali, abitazioni e trasporti) e a seconda dell’approccio seguito, gli Autori stimano che da qui al 2050 si possa arrivare ad una riduzione dei consumi energetici fino a circa il 50% rispetto ai valori attuali:
Concludo con le solite parole di cautela che accompagnano le segnalazioni relative a studi basati su modelli socio-economici. I dati che vedete in figura sono il frutto di simulazioni realistiche, ma non hanno un valore predittivo assoluto. Valgono come una forte indicazione per farci capire quale sia la strada migliore da intraprendere.
Durante il prossimo inverno può darsi che saremo costretti a risparmiare energia nostro malgrado perché non ce ne sarà abbastanza o sarà troppo cara. Speriamo che ci serva di lezione per il futuro e che ci sproni ad affrontare in maniera sistematica il tema del risparmio energetico, forse la più importante tra le energie veramente “rinnovabili“.
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