La nuova ondata pandemica sta salendo molto rapidamente, in modo particolare in Trentino ed in Alto Adige. A livello nazionale, tutti gli indicatori sono in crescita, anche quelli relativi ai casi più gravi ed ai decessi. L’unica notizia confortante è che nel corso dell’ultima settimana è praticamente raddoppiata la somministrazione precoce di antivirali ed anticorpi monoclonali, mentre è stata osservata una certa ripresa nella somministrazione delle quarte dosi vaccinali.
Tra le tante emergenze che il nuovo Governo si troverà ad affrontare, a breve ci potrebbe essere anche quella relativa alla saturazione degli ospedali a causa della nuova ondata pandemica d’autunno. Il numero attuale dei ricoveri Covid è – in assoluto – ancora abbastanza contenuto, ma il dato sta crescendo ad un ritmo molto elevato (più del 30% di aumento nel corso dell’ultima settimana).
Trentino ed Alto Adige guidano la classifica nazionale dei nuovi contagi che, nella nostra Regione, superano abbondantemente gli 800 casi settimanali per ogni 100mila abitanti (per intenderci, quasi 1 ogni 100 abitanti). In Regione, il numero dei nuovi contagi e dei ricoveri nei reparti Covid è circa doppio rispetto alla media nazionale. Difficile dire se questi dati siano legati ad una situazione particolare legata alla circolazione di una nuova variante virale oppure se ci siano altre cause.
Gli italiani, distratti dal caro bollette e dalle minacce nucleari dell’autarca di Mosca, sembrano aver ormai declassato la Covid-19 tra le patologie di scarsa rilevanza, ma l’aumento deciso dei ricoveri in terapia intensiva dimostra che la situazione è più complicata rispetto a quanto l’opinione pubblica vorrebbe credere.
Come al solito, quando aumenta la circolazione virale, aumenta anche il numero delle persone ricoverate in ospedale a causa di altre patologie che vengono trovate positive al momento del ricovero. Generalmente, questi pazienti non manifestano sintomi Covid gravi, ma devono essere comunque separati dai pazienti non-Covid per evitare di trasformare gli ospedali in focolai virali. Questo determina una forte pressione sulle strutture ospedaliere e sul personale sanitario. Nei casi estremi si arriva a ridurre drasticamente il trattamento dei pazienti non Covid, con gravi conseguenze di medio e lungo periodo per la salute pubblica.
Per quantificare il fenomeno dei pazienti “Covid a loro insaputa” basterebbe conoscere la situazione dettagliata di un certo numero di ospedali “sentinella“, omogeneamente distribuiti sul territorio nazionale. Purtroppo le poche informazioni disponibili non sono statisticamente attendibili.
Vediamo ora gli indicatori Covid aggiornati con i dati della settimana che si conclude oggi 7 ottobre:
In conclusione, non è la prima volta che assistiamo (ahimè!) all’arrivo di una nuova ondata pandemica e sappiamo (o almeno, dovremmo sapere) quali sono i rischi che corriamo. Dal punto di vista della gestione sanitaria, aldilà della “stanchezza da pandemia” che tutti noi proviamo, c’è qualche preoccupazione per l’atteggiamento della probabile nuova premier che in passato non ha fatto mistero di preferire il “modello Bolsonaro” rispetto a quello fin qui seguito in Italia (pur evitando di sostenere l’uso di certi improbabili “farmaci” tanto cari ad altri leader mondiali “sovranisti“).
Speriamo che ci sia nel nuovo Governo una rapidissima presa di coscienza dei rischi che la pandemia può rappresentare per il normale funzionamento del nostro sistema ospedaliero. Il problema non è certo quello di tornare ai lockdown di massa applicando sistemi “cinesi“. Si tratta invece di valorizzare alcune misure di contenimento del virus (come un uso intelligente del lavoro a distanza e delle mascherine) e – soprattutto – dei vaccini.
Se si lascia che le cose procedano “spontaneamente” contando sul fatto che prima o poi si contagino tutti (e pazienza se muore qualche ultra-sessantenne di troppo!) si rischia di generare un picco di ricoveri negli ospedali italiani che metterebbe a repentaglio la vita di molti (anche giovani) che devono essere sollecitamente curati a causa di altre patologie.
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