Il rapporto “World Energy Outlook 2022” rilasciato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) analizza l’effetto a lungo termine della crisi energetica seguita all’invasione russa dell’Ucraina. Gli scenari di medio-lungo periodo sono decisamente migliori rispetto a quanto si potrebbe temere sulla base delle attuali difficoltà. In particolare – per la prima volta – l’IEA individua nel 2025 l’anno in cui le emissioni globali di gas serra potrebbero raggiungere il valore di picco, per poi iniziare una lenta discesa nel corso degli anni successivi. Il miglioramento delle prospettive è legato al forte sviluppo degli investimenti nel settore delle energie rinnovabili che è stato indotto dall’aumento dei costi dei combustibili fossili. È triste osservare che per arrivare a questo risultato ci sia voluta una guerra.
Alla fine, più che l’attenzione per clima e ambiente, sono state le dure leggi dell’economia a spingere la tanto attesa crescita degli investimenti nelle energie rinnovabili. Il quadro che emerge dagli ultimi rapporti elaborati dall’IEA è molto chiaro: la recente crisi energetica ed il conseguente aumento dei costi dei combustibili fossili (assieme ai timori sull’affidabilità delle forniture legati a fattori geo-politici) hanno messo il turbo agli investimenti per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Solare fotovoltaico, eolico, idrogeno e sistemi di accumulo dell’energia stanno attirando ingenti capitali non solo in Occidente, ma anche in Cina ed in numerosi altri Paesi.
L’aumento degli investimenti legato al settore delle energie rinnovabili ha prodotto anche effetti di natura fortemente speculativa. Ad esempio, chi nel 2019 avesse investito nelle principali aziende mondiali che sono attive nel settore dell’idrogeno “verde” o comunque a “basso contenuto di carbonio“, oggi avrebbe quadruplicato il suo investimento.
Grazie al nuovo scenario che si sta delineando, l’IEA – per la prima volta – ha fatto una previsione sul massimo delle emissioni mondiali di gas serra che dovrebbe essere raggiunto nell’ormai vicino 2025. Dopo inizierà un declino più o meno rapido a seconda delle politiche che saranno adottate.
Il World Energy Outlook 2022 di IEA contiene oltre 500 pagine, dense di dati e figure che analizzano tutti i principali settori economici legati al tema dell’energia. Non è facile riassumerne i contenuti in poche righe, ma chi fosse interessato può trovare una sintesi (scritta in italiano) qui.
Qui si seguito, mostro una figura che, secondo me, è molto significativa. Si tratta delle previsioni relative all’andamento delle emissioni di gas serra e all’aumento della temperatura globale previsto a fine secolo elaborate da IEA sulla base di diverse ipotesi:
- STEPS indica lo scenario corrispondente a quanto attualmente dichiarato dai singoli Stati (Stated Policies Scenario).
- APS è lo scenario corrispondente agli impegni annunciati, ma non ancora realizzati (Announced Pledges Scenario).
- NZE è lo scenario che prevede di azzerare le emissioni di origine antropica entro il 2050 (Net Zero Emissions by 2050 Scenario).
La buona notizia è che raggiungeremo presto il massimo delle emissioni di gas serra. Già nel 2022, malgrado il forte ritorno all’uso del carbone legato all’aumento del costo del gas naturale, l’aumento delle emissioni globali di CO2 sarà decisamente inferiore rispetto a quanto inizialmente temuto:
La cattiva notizia è che – a scenari costanti (condizione STEPS) – le emissioni che ci saranno dopo il 2025, pur diminuendo di intensità, provocheranno comunque un aumento della temperatura globale di circa 2,5°C entro la fine di questo secolo. Quindi 1 grado in più rispetto al limite massimo fissato dagli accordi di Parigi, troppo per evitare effetti disastrosi per il nostro pianeta. Possiamo escludere che si realizzi l’aumento di 3,5°C che si sarebbe verificato se non fossero stati adottati gli accordi di Parigi, ma comunque un aumento troppo forte per il nostro delicato ecosistema.
Bisogna quindi insistere e far sì che almeno gli impegni annunciati (scenario APS) siano effettivamente mantenuti e non rimandati facendo ricorso alle scuse più varie. Come si vede nella figura mostrata precedentemente, l’aumento di temperatura dello scenario APS è decisamente migliore rispetto a quello basato sulla continuazione della situazione attuale (scenario STEPS), anche se non raggiunge il valore ottimale previsto dallo scenario NZE.
Il World Energy Outlook 2022 di IEA analizza in dettaglio cosa bisognerebbe fare per realizzare lo scenario NZE che, aldilà della volontà politica dei Governi, dipende anche dalla disponibilità di materie prime e da una adeguata capacità manifatturiera che consenta di produrre tutti i dispositivi necessari per utilizzare in modo ottimale le energie rinnovabili.
Insomma c’è ancora tanto da lavorare, senza dimenticare che nel mondo ci sono attualmente quasi 2 miliardi e mezzo di persone che non hanno la possibilità di cucinare il cibo soddisfacendo le più elementari norme igieniche e che più di mezzo miliardo di loro non ha ancora accesso all’elettricità.
Paradossalmente dobbiamo riconoscere che un evento terribile come la guerra ha accelerato una trasformazione del mercato energetico che sta migliorando le prospettive per il futuro climatico del pianeta. Speriamo che, in questo passaggio, non vengano dimenticate – ancora una volta – le persone più povere.
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