Oggi il neo-ministro della Sanità ha annunciato che sarà abolito il bollettino quotidiano della Protezione Civile Nazionale che – da oltre 2 anni e mezzo – ci aggiornava sullo stato della pandemia. Una decisione attesa anche alla luce della progressiva trasformazione della situazione che, da tempo, ha perso il carattere dell’emergenza e si è quasi trasformata in una forma endemica. Con la Covid-19 dovremo convivere ancora a lungo e ci saranno nuove ondate, ma la fase più acuta è ormai alle nostre spalle. Intanto il virus continua a mutare e nuovi ceppi virali si stanno diffondendo.
L’annuncio era scontato e vi confesso che, dopo aver raccolto dati per oltre 2 anni e mezzo, personalmente mi sento sollevato dall’idea di non dover leggere tutti i giorni il bollettino della Protezione Civile. Spero che il passaggio al nuovo formato settimanale non ci faccia perdere alcune informazioni importanti come quella relativa ai nuovi ricoveri nei reparti Covid di terapia intensiva, una dato che – sulla base della mia esperienza – è forse quello più significativo tra i tanti che ho fin qui raccolto e analizzato.
Quanto all’andamento delle ultime 2 settimane, confermo che l’ultimo picco di contagi ha raggiunto il suo massimo alla metà di questo mese di ottobre e che attualmente è iniziato un lento calo. Anche i ricoveri ospedalieri hanno raggiunto il loro punto di massimo relativo e questo ci rassicura sulla tenuta del sistema ospedaliero.
Quanto ai decessi, probabilmente abbiamo raggiunto il punto di massimo proprio in questi giorni. L’intensità del picco dei decessi sembra inferiore rispetto alle ondate precedenti e questo è un dato incoraggiante. Poi, per capire come sono andate esattamente le cose, dovremo aspettare qualche mese e vedere i bilanci dell’INPS.
Ormai i decessi Covid riguardano quasi esclusivamente persone avanti con gli anni, spesso affette da altre patologie. Quanti siano i mesi/anni di vita che vengono perduti a causa della Covid-19 non lo possiamo sapere. Bisognerà guardare ai bilanci dell’INPS e controllare i “risparmi” che l’Ente registrerà rispetto ai suoi bilanci preventivi (scrivo questo con un certo timore, essendo io stesso pensionato INPS).
Vediamo ora i dati relativi ai principali indicatori:
Quanto al futuro che ci aspetta, non aspettatevi previsioni. Taluni “esperti” alla disperata ricerca di una qualche visibilità mediatica annunciano nuovi picchi più o meno a breve termine, legati alla diffusione di uno dei tanti ceppi virali che sono emersi dopo la comparsa delle varianti Omicron. L’idea che ci possa essere una forte risalita dei contagi con l’arrivo della stagione fredda è plausibile, ma non abbiamo la possibilità di fare previsioni che siano dotate di una robusta sostenibilità scientifica.
Il vero problema che io vedo è quello della comparsa di nuove mutazioni che annullino l’efficacia degli anticorpi monoclonali. Molti di questi farmaci sono diventati inefficaci un anno fa quando arrivò Omicron. Ma dei pochi anticorpi monoclonali ancora disponibili altri potrebbero diventare presto obsoleti.
Questo è un grosso problema soprattutto per le persone che hanno seri problemi di natura immunitaria e che non vengono protette dai vaccini (per sua natura il vaccino stimola il sistema immunitario, ma se il sistema immunitario funziona poco e male il vaccino non induce alcuna protezione). È inutile continuare a somministrare ulteriori dosi di vaccino a queste persone (sento parlare di quinta e addirittura sesta dose).
Bisognerebbe proteggerli somministrando loro – a scopo preventivo – i giusti anticorpi monoclonali (con le precedenti varianti virali potevano garantire una discreta protezione anche fino a 6 mesi). Ma se il virus continua a mutare, qualsiasi anticorpo monoclonale disponibile oggi rischia di diventare un’arma spuntata. Bisognerebbe cercarne di nuovi, adatti per combattere le nuove varianti virali, ma per fare questo ci vuole tempo. Un problema di difficile soluzione che riguarda una minoranza di persone particolarmente fragili e che – anche se non è rilevante per gran parte della popolazione – dovrebbe comunque attrarre una forte attenzione da parte delle Autorità sanitarie.
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