Covid-19: la ricerca di nuovi farmaci continua

Anche se la fase acuta dell’emergenza Covid-19 sembra essere alle nostre spalle, il virus SARS-CoV-2 continua ad evolvere dando luogo a nuovi ceppi virali. In tutto il mondo continua la ricerca di nuovi farmaci che siano efficaci per combattere qualsiasi variante virale del SARS-CoV-2. I recenti risultati ottenuti su una molecola appartenente alla famiglia delle nemantine (un farmaco già in uso per il trattamento sintomatico della malattia di Alzheimer) mostrano un meccanismo di funzionamento completamente nuovo rispetto a tutti gli altri farmaci anti-Covid fin qui sperimentati e potrebbero aprire la strada per lo sviluppo di un trattamento farmacologico utile anche oltre le fasi iniziali della malattia.

La rivista Nature Chemical Biology ha recentemente pubblicato un articolo scritto da un gruppo di ricerca dello Scripps Research Institute dove sono illustrati i risultati sperimentali di un farmaco appartenente alla famiglia delle nemantine, identificato con la sigla NMT5. Il farmaco contiene un gruppo chimico ONO2 (tecnicamente è un nitrato di amino adamantano) e – a differenza delle grande maggioranza dei farmaci anti-Covid – ha la caratteristica di non attaccare la ben nota proteina spike, ma di fissarsi ai canali ionici presenti sulla superficie del virus legati alla proteina E (envelope). Questi siti non sono soggetti a rapide mutazioni così come accade per la proteina spike e quindi il punto di attacco per il farmaco rimane sostanzialmente stabile anche quando il virus muta.

Ma l’aspetto più interessante di questo nuovo farmaco è collegato al suo principio di funzionamento. Finché il virus non prova ad attaccare una cellula dell’organismo che lo ospita, il farmaco non produce alcun effetto. Tuttavia quando il virus si avvicina ad una cellula ed – in particolare – al recettore ACE2 che rappresenta il suo punto di entrata nella cellula stessa, il farmaco rilascia un gruppo NO che si fissa al recettore ACE2 disattivandolo ed impedendo quindi al virus di infettare la cellula. L’effetto dura circa 12 ore ed è reversibile. Trascorso tale tempo, il recettore ACE2 che è stato modificato dal farmaco torna alla sua struttura iniziale.

Lo schema di funzionamento del farmaco NMT5 è mostrato schematicamente in figura:

Schema di funzionamento del farmaco NMT5. In basso a destra si vede un recettore ACE2 che è stato temporaneamente disattivato a causa dell’azione del farmaco (Crediti: Scripps Research)

In passato sono stati proposti altri farmaci che, agendo sui recettori ACE2, bloccano il procedere dell’infezione, ma il loro uso è limitato dal fatto che – per funzionare – dovrebbero bloccare tutti i recettori presenti sulle cellule potenzialmente esposte al virus.

Il meccanismo di funzionamento del farmaco NMT5 è molto più mirato perché blocca solo i recettori ACE2 che vengono a contatto con il virus, gli altri recettori non vengono alterati. La modifica dei recettori ACE2 dura il tempo strettamente necessario per evitare il contagio e non comporta una alterazione permanente della cellula.

In pratica, è il virus stesso che porta con sé il farmaco che gli impedisce di infettare la cellula. Il metodo è molto elegante dal punto di vista concettuale e potenzialmente molto efficace.

Per il momento NMT5 è stato provato solo in vitro e su modelli animali. La speranza è quella che – grazie al suo principio di funzionamento “mirato” – il farmaco possa essere utile anche oltre la fase iniziale della malattia, quando sono già comparse alcune gravi complicanze. Grazie alla sua capacità di fissarsi al virus impedendogli di infettare nuove cellule, il farmaco potrebbe rivelarsi molto efficace anche per prevenire la trasmissione del virus tra soggetti malati di Covid-19 e persone sane.

I risultati fin qui ottenuti sono molto incoraggianti, ma ovviamente non si può dire nulla fino a che non sarà stata condotta una adeguata sperimentazione sugli esseri umani. Il passaggio non dovrebbe richiedere un tempo eccessivamente lungo perché NMT5 contiene solo una lieve modifica rispetto ad un farmaco già approvato per l’utilizzo umano.

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