Gas: fin qui l’autunno mite ci ha aiutato a ridurre i consumi, ma adesso arriva il freddo

Le previsioni meteo dei prossimi giorni annunciano freddo intenso ed abbondanti precipitazioni, ma il clima insolitamente mite che ha caratterizzato il mese di ottobre e la prima metà di novembre ha contribuito – almeno fino ad oggi – a ridurre sensibilmente i consumi di gas in Italia. Si stima che rispetto alla media degli anni precedenti siano stati consumati circa 5 miliardi di m3 di gas in meno, corrispondenti a circa il 7% dei consumi annuali.

Le temperature insolitamente miti che hanno caratterizzato la prima metà dell’autunno 2022 hanno prodotto un sensibile calo dei consumi di gas in Italia. Si stima che grazie al ridotto utilizzo degli impianti di riscaldamento siano stati consumati circa 5 miliardi di m3 di gas in meno rispetto alla media degli anni precedenti, corrispondenti a circa il 7% dei consumi annuali. Come conseguenza, sono crollati i prelievi dalle riserve di gas che erano state immagazzinate durante i mesi estivi.

Il grafico seguente – tratto dal sito di GIE (Gas Infrastructure Europe) – ci mostra l’andamento delle riserve di gas naturale in Italia nel corso degli ultimi 12 mesi:

Dati relativi all’andamento delle riserve di gas in Italia nel corso degli ultimi 12 mesi. Il grafico superiore (linea azzurra) mostra la quantità di gas presente nelle riserve, il grafico intermedio (linea verde) mostra le immissioni di gas nei siti di stoccaggio, mentre il grafico inferiore (linea blu) indica i prelievi. I 2 riquadri di colore rosso evidenziano i prelievi fatti da metà ottobre fino al 20 novembre 2021 (a sinistra) confrontati con i dati analoghi del 2022 (a destra). (Crediti: immagine GIE- Storage Database)

Si nota che – almeno fino ad oggi – i prelievi (evidenziati dal riquadro di colore rosso a destra nella figura mostrata sopra) sono stati decisamente inferiori rispetto a quelli registrati nello stesso periodo del 2021 (riquadro rosso a sinistra).

Normalmente (succedeva già prima della crisi energetica) durante l’inverno le importazioni di gas non sono sufficienti per soddisfare tutta la richiesta di gas legata al riscaldamento domestico. Con l’arrivo del grande freddo, anche quest’anno ci sarà un sensibile aumento dei consumi con il conseguente aumento dei prelievi di gas dalle riserve.

Quello che succederà da qui fino alla fine del mese di marzo 2023 dipenderà – oltre che dall’andamento del clima – anche da fattori di natura geo-politica.

Un inverno particolarmente freddo potrebbe metterci in seria difficoltà. Ma le vere criticità potrebbero essere legate a eventuali difficoltà di approvvigionamento che si potrebbero sovrapporre all’aumento invernale dei consumi.

Quest’anno le forniture di gas russo si sono ridotte sensibilmente rispetto agli anni precedenti, ma non sono completamente azzerate. L’autarca moscovita potrebbe decidere di chiudere completamente i rubinetti quando arriverà il grande freddo, in modo da mettere in difficoltà i Paesi europei (in primo luogo Germania e Italia) più dipendenti dalle forniture del suo gas.

Ma il vero problema è quello di garantire la continuità delle forniture provenienti dagli altri Paesi (soprattutto Norvegia, Algeria e Azerbaijan) che sono collegati all’Italia tramite gasdotti che percorrono lunghi tratti in mare ad elevata profondità. Come dimostra il recente attentato a Nord Stream 2, questi gasdotti possono diventare bersagli per devastanti atti terroristici e basta poco per metterli fuori uso. Non è un mistero che le marine militari dell’Italia e di altri Paesi occidentali abbiano intensificato le loro attività di sorveglianza e controllo per dissuadere eventuali malintenzionati dall’intraprendere azioni che potrebbero mettere molti Paesi europei (tra cui l’Italia) in grandissime difficoltà.

In conclusione, come singoli cittadini possiamo fare ben poco per fronteggiare problemi così difficili come quelli legati all’attuale crisi energetica. Fino ad ora il clima ci ha aiutato, d’ora in avanti possiamo solo evitare sprechi inutili.

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