Gli effetti dell’autunno “caldo” sui consumi di energia elettrica in Italia

Terna ha rilasciato i dati sui consumi di energia elettrica relativi allo scorso mese di ottobre. C’è stato un calo significativo dei consumi (-6,6%) che sono stati coperti da una quota crescente di energie non rinnovabili (la quota di rinnovabili copriva il 31,8% del fabbisogno nel mese di ottobre 2021 ed è scesa al 28,1% nel mese di ottobre 2022). Il dato complessivo relativo ai primi 10 mesi del 2022 è più o meno in linea con quello dello stesso periodo dell’anno precedente. Durante il mese di ottobre 2022 il prezzo dell’energia elettrica è rimasto su livelli simili a quelli del mese di ottobre 2021, mostrando una significativa riduzione rispetto alla forte ondata speculativa che era stata registrata durante la scorsa estate.

Il rapporto mensile relativo ai consumi di energia elettrica durante lo scorso mese di ottobre è disponibile sul sito di Terna. Il dato più significativo che emerge è quello di una sostanziale riduzione dei consumi rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Nei mesi di ottobre 2021 e 2022 il numero di giorni lavorativi è stato lo stesso, mentre la differenza più marcata è quella relativa alle temperature medie che – nel mese di ottobre 2022 – sono state più alte di circa 2,8 °C rispetto allo stesso mese del 2021.

L’effetto delle maggiori temperature non è comunque sufficiente per spiegare – da solo – il calo dei consumi. Il calo destagionalizzato è pari al -6,1%, un valore analogo al calo registrato dai consumi delle utenze industriali. Questo potrebbe significare che gli appelli a ridurre i consumi stanno producendo effetti sia sugli utenti domestici che su quelli industriali. Al momento, non è dato sapere se dietro a questi cali ci sia principalmente un uso più razionale dell’energia ed una eliminazione degli sprechi oppure se ci sia l’effetto della recessione economica che molti esperti economici giudicano ormai imminente.

In termini di costo dell’energia, il mese di ottobre 2022 è stato più o meno allineato sugli stessi livelli di un anno fa. Il forte picco registrato nel corso dell’estate è stato riassorbito e, guardando ai contratti future per il 2023 si notano livelli intorno ai 300 Euro/MWh. Come ho già scritto in altri post, i contratti future sono strumenti puramente finanziari che “scommettono” su quale potrebbe il livello futuro dei prezzi e non ci danno garanzia che tali valori saranno effettivamente rispettati. Comunque siamo su livelli decisamente inferiori rispetto a quelli dell’estate e, almeno per il momento, non si vedono segnali imminenti di una nuova crisi.

Andamento del prezzo medio mensile dell’energia elettrica (prezzo PUN all’ingrosso) dal mese di gennaio 2021 fino ad oggi (elaborato su dati GME)

Guardando ai dati della produzione di energia elettrica, si nota, anche nel mese di ottobre, un sostanziale calo dell’energia prodotta tramite fonti rinnovabili, passate dal 31,8% dei consumi complessivi del mese di ottobre 2021 al 28,1% dell’ottobre 2022. In particolare, c’è stato un forte calo dell’energia prodotta dagli impianti idroelettrici, quasi dimezzata rispetto alla produzione di 2 anni fa. Tale effetto è chiaramente attribuibile agli effetti della siccità.

Composizione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili nel corso del mese di ottobre dei 3 anni dal 2020 al 2021 (figura superiore) e durante i primi 10 mesi degli stessi 3 anni (figura inferiore). (Crediti: immagine Terna)

Durante il mese di ottobre c’è stato anche un forte calo della produzione di energia eolica, in controtendenza rispetto all’andamento complessivo dei primi 10 mesi dell’anno. Probabilmente – ma questa è solo la mia impressione non confermata da una analisi dei dati – il buon tempo che ha caratterizzato lo scorso mese di ottobre ha probabilmente ridotto la ventosità impattando sul livello di produzione dell’energia eolica.

Per contro, si osserva un forte aumento della produzione del solare fotovoltaico: nel corso dell’ultimo anno c’è stato un consistente aumento del numero degli impianti installati, un fatto certamente incoraggiante, anche se la crescita della potenza installata è ancora insufficiente rispetto al livello che sarebbe necessario per compensare le eventuali carenze nelle forniture di gas. Il clima favorevole registrato nel mese di ottobre (con meno giornate nuvolose) può anche aver aiutato ad aumentare la produzione di solare fotovoltaico.

In conclusione, pur in presenza di un prezzo dell’energia elettrica più o meno in linea con quello dello stesso periodo del 2021, il calo dei consumi elettrici registrato durante il mese di ottobre 2022 potrebbe essere il primo segnale di una riduzione dei consumi. Al momento non è possibile capire se il fenomeno sia solo transitorio e legato al clima particolarmente mite della prima parte dell’autunno 2022 oppure se ci sia un calo sistematico legato ai piani di risparmio energetico (o agli effetti di un imminente rallentamento dell’economia).

Risposte a “Gli effetti dell’autunno “caldo” sui consumi di energia elettrica in Italia”

  1. Avatar Italia Nostra
    Italia Nostra

    Italia Nostra – Associazione per la tutela
    del Patrimonio storico, artistico e naturale

    10 DICEMBRE 2022

    Rinnovabili, perché diciamo no alla svolta degli ambientalisti:
    la transizione non è un dogma

    La Commissione di Via Nazionale si appresta a esaminare 517 progetti eolici, 264 impianti fotovoltaici di grandi dimensioni in maggioranza previsti su terreni agricoli e altri 195 impianti agro-voltaici. Una enormità, ma solo una parte di quanto programmato per la transizione ecologica.

    Il costo di produzione delle diverse tecnologie è estremamente vario. L’elemento determinante è la capacità produttiva rispetto alla potenza installata: a causa della scarsità e della variabilità del vento le pale eoliche in Italia producono metà dell’energia prodotta dalle pale eoliche collocate sui mari del Nord e la costa atlantica d’Europa.

    Dati incontrovertibili certificano che l’Italia è INADATTA ALL’ EOLICO e presenta valori di produzione molto bassi rispetto a quelli delle pianure tedesche e dei mari del Nord che si attestano su circa 3000 ore anno, con punte di 3700 (esempio: l’impianto Thor in Danimarca di 1000 MW, ora in costruzione senza incentivi, punta a 4600 ore/anno), mentre le ore annue di produzione in Italia si attestano a 1720.

    I dati parlano da soli. Perché, dunque, si programma di installare altri 10 GW di eolico on shore in Italia?

    L’insolazione italiana, al contrario, consente al fotovoltaico una capacità produttiva ECCELLENTE a livello europeo: i 33 GW di pannelli fotovoltaici previsti dal PNIEC per il 2030 richiedono circa 50.000-60.000 ettari di area adatta, pari a 500-600 kmq. 

    Gli spazi meno pregiati sul territorio esistono e vanno ricercati tra: le superfici di copertura dei 700mila capannoni industriali esistenti (dato WWF) e le superfici impermeabilizzate all’interno delle aree di sviluppo industriale (aree di manovra, parcheggio e stoccaggio); le aree degradate da bonificare, paria a circa 9.000 kmq; le coperture degli edifici pubblici e privati rigorosamente fuori dai centri storici, pari a circa 760 kmq. Con ciò si riconoscerebbero vantaggi diffusi sul territorio, non concentrati nelle mani dei grandi operatori internazionali.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/12/10/rinnovabili-perche-diciamo-no-alla-svolta-degli-ambientalisti-la-transizione-non-e-un-dogma/6901302/

    1. Avatar Davide Bassi

      Capisco e condivido le preoccupazioni di chi teme una diffusione incontrollata degli impianti fotovoltaici ed eolici che potrebbero deturpare il paesaggio (uno dei valori – anche economici – del nostro Paese). Ma la reazione di chi dice sempre no a tutto è – a mio avviso – immotivata ed irrazionale. Si tratta di trovare un giusto equilibrio, guardando ai numeri reali ed alle necessità.

      Ci vuole equilibrio e non servono i dogmi: a cominciare da quelli che chiedono di relegare gli impianti di produzione di energia rinnovabile alle sole aree industriali (che non sono abbastanza diffuse per poter dare un contributo realmente significativo alla soluzione dei nostri problemi energetici). Vorrei inoltre ricordare che i moderni pannelli solari possono essere prodotti con colori e forme che li rendono molto meno impattanti dal punto di vista estetico, soprattutto se il montaggio avviene in occasione dei lavori di rifacimento di tetti già esistenti.

      Quanto all’energia eolica, leggo talvolta numeri un po’ strampalati (in particolare, non ha senso presentare valori medi nazionali perché l’Italia è composta da territori con caratteristiche molto disomogenee dal punto di vista della circolazione dei venti). Gli impianti eolici offshore galleggianti sono una tecnologia molto interessante e possono trovare importanti applicazioni anche nel nostro Paese. Chi liquida l’eolico come non utile per l’Italia dice cose – a mio avviso – non vere.

      Concludo con una considerazione che taluni potranno ritenere maliziosa, ma che va tenuta ben presente quando si sentono dichiarazioni contrarie alla diffusione delle energie rinnovabili. I più acerrimi nemici delle energie rinnovabili sono i grandi produttori di gas naturale (Russia e Qatar) che vedono nella crescita delle energie rinnovabili un pericolo per le loro esportazioni. Conoscendo il modo con cui Russia e Qatar si muovono per tentare di influenzare l’opinione pubblica occidentale, starei molto attento alla possibile infiltrazione degli apparati propagandistici di questi Paesi.

  2. Avatar Da Il Dolomiti
    Da Il Dolomiti

    Il dato interessante per quanto riguarda il 2022, conclude l’esperto Metereologo Giacomo Poletti, è quello relativo al numero di giornate nelle quali, in Trentino, le temperature massime hanno superato i 30 gradi centigradi e quello in cui le minime sono scese sotto zero:

    “Fino agli anni ’90 il numero di giornate con gelo (con minima sottozero) superava di gran lunga quello delle giornate con massima over 30°.

    Oggi, nel contesto di surriscaldamento globale nel quale ci troviamo, la situazione si è capovolta e nel 2022 ci sono state molte più giornate con massime al di sopra dei 30 gradi rispetto a giornate con minime al di sotto dello zero. Lo scenario si è invertito”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.