Vi segnalo un articolo apparso recentemente su Cell Reports Medicine. Il lavoro presenta i primi risultati relativi alla sperimentazione (per il momento fatta solo su animali) di un nuovo antivirale basato su una lectina (proteina) estratta dalle banane. La molecola viene successivamente sottoposta ad un particolare processo di ingegnerizzazione da cui si ricava un farmaco, chiamato H84T-BanLec, che si fissa alle molecole di mannosio presenti sulle proteine spike di vari tipi di coronavirus (incluso SARS-CoV-2 in tutte le sue varianti) impedendo al virus di infettare le cellule dell’organismo ospitante. Il farmaco potrebbe funzionare anche contro i comuni virus influenzali. Al momento, siamo ancora in attesa di verificare quale sia l’efficacia di questo trattamento quando viene applicato agli esseri umani.
Mentre l’opinione pubblica sembra essere sempre meno interessata all’evoluzione della pandemia di Covid-19, i laboratori di tutto il mondo continuano la loro attività volta a sviluppare nuovi farmaci antivirali che possano essere utili non solo contro il virus SARS-CoV-2, ma che – soprattutto – possano funzionare anche contro altri simili agenti virali.
Nessuno si illude che quella dovuta al SARS-CoV-2 sia l’ultima pandemia della Storia: dall’inizio di questo secolo ci sono già stati 3 episodi legati alla diffusione di coronavirus, anche se la pandemia di Covid-19 ha rappresentato di gran lunga l’evento di maggiore impatto.
Nessuno può dire quando ci sarà una nuova pandemia generata da un coronavirus. Proprio per questo sarà bene non farci cogliere impreparati ed attrezzarci per tempo con farmaci antivirali che possano combattere i nuovi virus, qualsiasi sia la loro struttura di dettaglio.
Uno degli elementi che caratterizza tutti i diversi tipi di coronavirus (ma anche i virus influenzali ed alcuni tipi di tumore) è la presenza di numerose molecole di mannosio (uno zucchero) presenti sulla loro superficie ed in particolare (nel caso dei coronavirus) sulle cosiddette proteine spike.
Il nuovo farmaco antivirale che è stato proposto è basato su una proteina estratta dalle banane. Specificamente parliamo di una lectina che è stata sottoposta ad uno specifico processo di ingegnerizzazione per evitare che produca effetti indesiderati agendo sul sistema immunitario dell’organismo che viene trattato. Il risultato di tale processo è una molecola – identificata con la sigla H84T-BanLec – che ha una forte affinità per le molecole di mannosio presenti sulla superficie dei coronavirus.
Lo schema di funzionamento dell’H84T-BanLec è illustrato schematicamente nella figura seguente: il farmaco si fissa sulle molecole di mannosio presenti sulle proteine spike ed impedisce al virus di infettare le cellule.
I risultati fin qui ottenuti su modelli animali sono molto incoraggianti, soprattutto perché dimostrano che l’attività del nuovo antivirale non cambia in modo sostanziale quando si ha a che fare con diversi ceppi virali. Questo ci fa ben sperare che il farmaco possa essere efficace anche contro altri tipi di coronavirus che potrebbero fare il salto di specie dal mondo animale verso gli esseri umani in un futuro più o meno prossimo.
Al momento non è stata ancora sviluppata un’adeguata sperimentazione sugli esseri umani e quindi parliamo ancora di un farmaco sperimentale che non può ancora essere autorizzato per uso umano. Ci sono comunque ragionevoli speranze che tale sperimentazione possa essere completata entro tempi relativamente brevi.
Se anche questa fase della sperimentazione fornisse risultati soddisfacenti, la molecola H84T-BanLec potrebbe andare ad arricchire il nostro arsenale di strumenti farmacologici adatti sia per migliorare il trattamento dei malati di Covid-19, sia soprattutto per evitare che in futuro si possano ripetere pandemie generate da coronavirus che siano così devastanti come quella che ci ha colpito durante gli ultimi 3 anni.
Concludo con una raccomandazione ovvia, ma doverosa considerato che parliamo di un farmaco. Non illudetevi che mangiando molte banane si possa combattere la Covid-19. Se eccedete nel consumo delle banane – soprattutto se non sono ben mature – rischiate solo di fare una brutta indigestione. Se dovete curare la Covid-19 chiedete il consiglio del vostro medico.
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