Aggiornamento sulla pandemia: se non si vedono più i dati, la pandemia non c’è più!

Dopo quasi 3 anni di onorato servizio, il sito della Protezione Civile Nazionale dove sono stati pubblicati i bollettini relativi alla pandemia non funziona più. Ufficialmente la pubblicazione è stata sospesa perché non ci sarebbe più posto per inserire i nuovi dati. Senza il bollettino non è per me più possibile elaborare i consueti aggiornamenti sull’evoluzione della pandemia. Rimango in attesa di capire se si tratta di un blocco temporaneo, oppure se il nuovo Governo abbia deliberatamente deciso di non rendere più accessibili al pubblico i dati relativi alla pandemia.

Il laconico comunicato con cui la Protezione Civile Nazionale annuncia di non avere più spazio per la pubblicazione dei nuovi dati sulla pandemia

La scusa tecnica è che il sito era stato disegnato per includere non più di 1.000 bollettini giornalieri. Un mese fa, il nuovo Governo aveva inizialmente deciso di non pubblicare più i bollettini con cadenza giornaliera, ma di farli uscire al venerdì, riportando i dati dei 7 giorni precedenti. Ora si scopre che il sito utilizzato per la pubblicazione è ormai saturo e si è scelto di troncare la pubblicazione dei bollettini allo scorso 26 novembre.

Ovviamente si sarebbe potuto decidere di continuare a pubblicare i nuovi dati, liberando spazio spostando una parte dei vecchi bollettini in un nuovo archivio. Invece si è scelto di non pubblicare più i nuovi bollettini a partire da quello del 27 novembre 2022.

Una scelta molto discutibile, anche perché se il nuovo Governo avesse voluto smettere di pubblicare i dati sulla pandemia, avrebbe dovuto dirlo chiaramente, assumendosene la responsabilità politica, invece di mascherarsi dietro a risibili motivazioni tecniche.

Dopo una opportuna verifica, ho appurato che i bollettini mancanti (per il momento quelli dal 27 novembre fino al 1 dicembre 2022) sono stati regolarmente redatti e si trovano nel sito, ma – a differenza di quanto accaduto nei quasi 3 anni precedenti – non viene pubblicato il link che permette al pubblico di accedere ai file.

Supponiamo che io sia il gestore del sito: i dati li raccolgo e li inserisco in un file caricato sul sito. Ma non ti dico dove trovare il file. I dati sono difficilmente accessibili, ma nessuno mi può accusare di non averli pubblicati!

Alcuni utenti particolari come ad esempio l’Associazione italiana di Epidemiologia, hanno un accesso indipendente ai dati (tutti, inclusi quelli relativi agli ultimi giorni) che elaborano attraverso una loro piattaforma proprietaria (chiamata MADE). Tuttavia da questa piattaforma non si possono ricavare tutte le informazioni ed, in particolare, quelle relative ai nuovi ricoveri giornalieri nei reparti Covid di terapia intensiva.

Senza i dati quotidiani raccolti dalla Protezione Civile Nazionale diventa per me impossibile predisporre i consueti aggiornamenti sulla pandemia. Il servizio riprenderà quando i dati saranno resi nuovamente disponibili.

Risposte a “Aggiornamento sulla pandemia: se non si vedono più i dati, la pandemia non c’è più!”

  1. Avatar la banda dello sternuto
    la banda dello sternuto

    Devo verificare nei prossimi giorni se la cosa continua a funzionare, ma forse c’è un modo semplice per aggirare le limitazioni:
    dato che il nome dei file pubblicati è abbastanza standardizzato, se si cerca il file di un determinato giorno è sufficiente fare la ricerca per nome file (si accede cliccando sul tasto “Go to file”) usando come stringa di ricerca la data in formato yyyymmdd.

    Sospetto che il problema sia “solo” di scarsa dimestichezza con la piattaforma github da parte di chi carica i dati. Personalmente, avrei creato delle sottocartelle per archiviare i file suddivisi per anno

    1. Avatar Davide Bassi

      Si certo, i file si possono scaricare cercandoli con il loro nome che contiene la data nel formato yyyymmdd. Ma si tratta di una operazione che comporta perdite di tempo e possibilità maggiori di fare errori (a meno di non automatizzare il tutto con un apposita applicazione).

      Tuttavia non credo che per potere vedere i dati dei bollettini i cittadini debbano per forza trasformarsi in esperti di informatica.

      Francamente non credo che chi carica i dati sia così sprovveduto nell’uso della piattaforma GitHub e non capisco perché la Protezione Civile Nazionale non abbia ancora sistemato il sito dove – fino a qualche giorno fa – si trovavano i link a tutti i bollettini quotidiani.

  2. Avatar Da Today
    Da Today

    La Cina abbandona il protocollo Zero Covid.

    Niente più test per viaggiare nel paese e i casi asintomatici o pauci sintomatici di COVID-19 potranno curarsi in quarantena a casa con la terapia domiciliare mentre i contatti stretti dovranno osservare solo 5 giorni di isolamento.

    Un cambio di passo importante adottato oggi dal politburo del Partito Comunista cinese e segno di come la Cina stia preparando la sua gente a convivere con la malattia come succede ormai in tutto il resto del mondo. “La maggior parte dei casi sono infezioni asintomatiche e casi lievi che non richiedono cure speciali – ha affermato in una nota la Commissione sanitaria nazionale – Le persone asintomatiche e i casi lievi possono essere isolati a casa ed essere trasferiti in ospedale solo se le loro condizioni peggiorano”. 

    Un drastico cambiamento rispetto alla norma in vigore che richiedeva che ogni caso positivo fosse portato in un centro di quarantena. Le aree a basso e ad alto rischio di contagio saranno definite a livello di edifici e i complessi residenziali non dovrebbero più essere sigillati.

    Secondo le nuove istruzioni svelate dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc) verrà ridotta la richiesta di sottoporsi a test anti Covid – i test molecolari saranno richiesti solo nelle aree ad alto rischio – mentre fino ad oggi viene chiesto ai residenti di sottoporsi a test più volte alla settimana per poter accedere a qualsiasi luogo pubblico. Sarà così possibile viaggiare da una provincia cinese all’altra senza dover presentare un test negativo da meno di 48 ore, e non sarà richiesto alcun test nemmeno all’arrivo. Test negativi saranno richiesti solo per ospedali, scuole e case di riposo. 

    Se per quasi tre anni la Cina ha gestito il COVID-19 come una malattia pericolosa alla pari della peste bubbonica e del colera, dalla scorsa settimana alti funzionari hanno riconosciuto la ridotta capacità del nuovo coronavirus di causare malattie mentre gli esperti cinesi hanno suggerito che non è più mortale dell’influenza stagionale.

    Tanto che ora la Cina potrebbe cambiare il suo nome ufficiale della malattia: non più quindi COVID-19 che lo identifica come la malattia che causa la polmonite, ma semplicemente un virus infettivo per sottolineare la mutazione dello stesso e la minore patogenicità. Lo ha detto Gu Xiaohong al quotidiano statale Beijing Daily spiegando come l’approccio della Cina al Covid passerà da test diffusi e quarantena dei casi positivi in strutture specializzate alla cura a domicilio dei casi leggeri.

  3. Avatar Dal Fatto Quotidiano
    Dal Fatto Quotidiano

    Roberto De Vogli
    Professore, Università di Padova

    9 DICEMBRE 2022

    Covid, tra le prove sull’efficacia dei vaccini
    e le opinioni di alcuni
    c’è un mare di disinformazione

    Tra le opinioni dei cittadini che devono prendere decisioni sui vaccini e le prove sull’efficacia dei vaccini raccolte nella letteratura scientifica c’è un mare di disinformazione e gli effetti letali di questa cascata di notizie false si sono visti forse nel modo più emblematico negli Stati Uniti.

    Il caso forse più emblematico è stato il Texas dove circa 40mila dei 90mila decessi per Covid-19 registrati fino al 24 agosto 2022 si sono verificati dopo il primo maggio 2021, quando i vaccini Covid-19 erano già disponibili.

    I dati del Texas Department of State Health Services riportano che l’85% dei decessi Covid-19 nel 2021 si è verificato tra i non vaccinati, mentre nei primi tre mesi del 2022, durante l’ondata di Omicron, i tassi di morte negli Stati Uniti erano 20 volte superiori tra le persone non vaccinate rispetto alle persone che erano state vaccinate e avevano ricevuto un richiamo.

    Paradossalmente le diverse proporzioni di esitazione vaccinale tra gli stati americani, probabilmente influenzati in modo eterogeneo da ondate di disinformazione Covid, hanno fornito senza volerlo le basi empiriche per un esperimento naturale sull’efficacia dei vaccini.

    Oltre alla tragedia texana esistono studi che hanno evidenziato che gli stati dove la maggioranza dei cittadini ha votato per il partito Repubblicano hanno osservato i peggiori indicatori di mortalità e le più alte percentuali di cittadini riluttanti a vaccinarsi. I votanti del partito Repubblicano sembrano però aver anche una maggiore propensione a diffondere fake news e a usare fonti di informazione che diffondono fake news, oltre a non saper distinguere le notizie vere da quelle false.

    Altre prove scientifiche hanno inoltre sottolineato un’associazione negativa tra i tassi di vaccinazioni e il grado di disinformazione, mostrando un effetto paradossale dell’informazione Covid-19 divulgata da sedicenti “esperti” in epidemiologia e salute pubblica: più leggi, meno sai.

    1. Avatar Davide Bassi

      Questi sono i dati aggregati su base settimanale, ma non danno il dato relativo ai nuovi ricoveri in terapia intensiva (ci sono solo quelli relativi al numero di posti letto occupati che sono meno significativi).

      Per vedere i dati giornalieri bisogna procedere manualmente come ho spiegato in un post successivo.

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