Crisi energetica: (almeno per il momento) il prezzo del gas lo sta fissando il mercato

Malgrado la forte ondata di freddo che ha colpito gran parte d’Europa, il prezzo del gas è rimasto sostanzialmente stabile nel corso di questa prima metà di dicembre: il livello si è attestato intorno ai 135 Euro/MWh, un valore più alto rispetto a quello medio del mese di dicembre 2021 (circa 115 Euro/MWh), ma non si sono rivisti i picchi dello scorso mese di agosto. Dobbiamo ancora affrontare 3 freddi mesi invernali ed è troppo presto per trarre conclusioni, ma – almeno fino ad oggi – sembra che il mercato stia fissando un prezzo alto, ma ancora distante rispetto ai massimi di cui si sta discutendo a livello europeo.

Andamento del prezzo del gas in Italia (Mercato del Giorno Prima, MGP) nel corso degli ultimi 12 mesi. Grafico elaborato sulla base dei dati del GME. La linea grigia rappresenta i valori medi giornalieri, mentre la linea blu corrisponde alla media calcolata su base mensile. L’ellisse di colore rosso mostra l’andamento corrispondente all’ultimo trimestre

L’inverno inizierà formalmente solo tra qualche giorno, ma molti Paesi europei (tra cui gran parte dell’Italia) hanno già registrato temperature molto rigide. Le calde giornate di ottobre sono solo un lontano ricordo ed i consumi di gas naturale sono fortemente cresciuti. L’abbassamento delle temperature ha comportato un aumento dei prezzi del gas e molti temevano che potessero tornare a sfiorare il livello di 300 Euro/MWh che era stato osservato durante la scorsa estate.

Nel frattempo, in Europa continuano le inconcludenti riunioni in cui si cerca di definire un approccio comune teso a limitare l’aumento del costo del gas naturale. Secondo le ultime notizie si parla – a livello europeo – di un valore limite che potrebbe essere compreso tra 160 e 240 Euro/MWh.

Personalmente ho molti dubbi sul fatto che – ammesso e non concesso che si arrivi ad un accordo sulla definizione del prezzo massimo – i Paesi europei riescano ad agire in maniera coordinata e coesa e riescano ad imporre tale tetto ai nostri fornitori. C’è il forte rischio che il fronte europeo si presenti molto frammentato e che ciascun Paese cerchi di risolvere la questione a modo suo.

Mentre le discussioni continuano, il mercato è lasciato libero di determinare il prezzo del gas naturale sulla base dell’equilibrio tra domanda ed offerta. Osservando il grafico mostrato in figura si nota che a fine ottobre (grazie alle temperature eccezionalmente miti ed in corrispondenza con la fine della fase di riempimento delle riserve di gas invernali) il prezzo del gas era crollato sotto i 50 Euro/MWh, raggiungendo livelli simili a quelli osservati nel pieno della pandemia di Covid-19 (quando molte attività erano chiuse ed i consumi di gas e di energia elettrica erano crollati).

La crescita osservata a partire dalla prima settimana di novembre è stata inizialmente molto rapida, ma – nel corso delle ultime 2 settimane – il livello del costo del gas sembra essersi stabilizzato intorno ai 135 Euro/MWh (parlo sempre del prezzo del mercato MGP italiano che è quello che costituisce la base per il calcolo dei prezzi addebitati nelle bollette pagate da noi consumatori).

Ovviamente non possiamo fare previsioni sull’andamento delle prossime settimane. Sappiamo che il mercato è estremamente volatile ed è particolarmente sensibile agli stimoli di natura geopolitica. Molti temono che l’autocrate di Mosca stia aspettando che arrivi la parte più fredda dell’inverno per interrompere completamente le residue forniture di gas russo all’Europa o per tentare qualche altra azione in grado di mettere l’Europa in uno stato di forte stress energetico. Intanto sta massacrando il popolo ucraino, distruggendo sistematicamente gli impianti che forniscono ai cittadini di quello sfortunato Paese energia ed acqua.

Ormai l’energia è diventata una micidiale arma di guerra che potremmo definire “non convenzionale” ed è sperabile che i nostri governanti lo abbiano capito e non si illudano di risolvere i problemi energetici dell’Italia semplicemente cambiando fornitore (o peggio ancora continuando ad acquistare i combustibili fossili russi “sottobanco” esattamente come stiamo già facendo con il petrolio russo).

Nel frattempo in questo blog continueremo a monitorare l’andamento del mercato MGP Italia in modo da capire quale sia l’effettiva evoluzione del nostro mercato energetico.

Risposte a “Crisi energetica: (almeno per il momento) il prezzo del gas lo sta fissando il mercato”

  1. Avatar Dal Fatto Quotidiano
    Dal Fatto Quotidiano

    Ugo Bardi
    Docente presso la Facoltà di Scienze MM. FF. NN. a Firenze

    Tetto al prezzo del gas, attenzione a cantar vittoria

    22 dicembre 2022

    Oggi viene fuori l’idea di un “tetto” al prezzo del gas naturale approvato dal Consiglio Europeo. La notizia dell’accordo è stata accolta con entusiasmo sui giornali e Giorgia Meloni ha parlato di “vittoria italiana”.

    Tutti sembrano contenti di una misura che, in teoria, ha lo scopo di ridurre i prezzi dell’energia. Ma i risultati sono ancora tutti da sperimentare e, prima di cantare vittoria, sarà il caso di vedere cosa succede nel mondo reale.

    Per ora non cambia niente, dato che l’accordo scatta dal 15 FEBBRAIO 2023, e al momento il “tetto” è nettamente più alto del prezzo del gas alla borsa di riferimento, quella di Amsterdam.

    Ma se il prezzo si impenna di nuovo, allo scatto del limite gli operatori europei non potranno acquistare gas, a meno che i produttori non accettino di abbassare i prezzi. Cosa della quale non sono per niente contenti, come vi potete immaginare. Nella pratica, i produttori potrebbero semplicemente decidere di mandare il loro gas liquido VERSO ALTRI MERCATI, in Asia per esempio.

    Il problema è che il gas è una fonte di energia vitale per la sopravvivenza economica (e anche fisica) degli Europei. Senza gas rischiamo di restare al buio e al freddo, come pure di fermare tutta l’industria europea, già in grave difficoltà per i prezzi elevati del gas.

    Lo hanno previsto gli stessi membri del Consiglio europeo che prevedono che l’accordo può essere “disattivato immediatamente” in caso di rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento.

    Potete star sicuri che i politici non si possono permettere di mettere al buio i cittadini europei per una loro iniziativa – anche se bene intenzionata. E, se succede una cosa del genere, il gas lo pagheremo caro esattamente come se il “tetto” non fosse mai esistito.

    Come al solito, quando i politici si mettono in testa di far vedere che stanno “facendo qualcosa”, i risultati possono essere nulli (se va bene) o controproducenti (molto spesso). Speriamo solo che stavolta non facciano troppi danni.

    Se volete leggervi un ragionamento sensato sulla questione del tetto al prezzo del gas naturale, potete leggere un articolo di Massimo Nicolazzi dove l’autore si domanda se invece del tetto non sarebbe stato meglio introdurre una “sospensione per eccesso di rialzo” come si fa in altri mercati finanziari.

    https://www.staffettaonline.com/articolo.aspx?id=371294

    Ma questo, dice Nicolazzi, “sarebbe stato troppo semplice”. Purtroppo è così che funziona la politica: le cose semplici non sono mai prese in considerazione.

    Come ultima cosa, ricordiamoci che tutte queste manovre finanziarie non hanno nessun effetto sulla disponibilità FISICA del gas naturale, come pure degli altri combustibili fossili, petrolio e carbone. Sono risorse limitate e in via di esaurimento, e questo spiega molte cose dell’attuale situazione.

    Se vogliamo veramente risolvere il problema dell’alto costo dell’energia, è inutile affidarsi a trucchetti finanziari. Bisogna affrontare il problema alla base e muoversi seriamente verso la sostituzione dei fossili con l’energia rinnovabile.

    1. Avatar Davide Bassi

      Per il momento, come scrivo nel mio post, il prezzo lo sta facendo il mercato e le temperature medie che – per fortuna – si sono alzate (c’è mezza Italia che ha di fatto spento i riscaldamenti ed il gas lo stiamo usando massicciamente solo al Nord).

      Quale potrà essere l’efficacia della decisione europea nessuno lo può prevedere. Si possono fare solo delle illazioni sulla cui fondatezza si potrebbe discutere a lungo.

      L’unico modo che ha l’Europa per non subire le speculazioni sul prezzo del gas (russo e non solo russo!) è quello di fare fronte comune al momento dell’acquisto (complessivamente l’Europa è il più grande acquirente di gas a livello mondiale) e – soprattutto – riducendo la sua dipendenza dalle forniture di gas straniere.

      Il mercato di Amsterdam è stato fino a poco tempo fa un mercato tutto sommato marginale (ha sempre trattato quantità di gas molto piccole) e quindi più facilmente soggetto a fluttuazioni di natura speculativa. Il suo compito era quello di fissare un prezzo di riferimento e finché il gas russo arrivava in cospicue quantità, i prezzi erano comunque contenuti. Con l’aumento dei consumi legato alla fine della pandemia e la carenza di gas russo si sono innescati fenomeni che l’Europa avrebbe dovuto governare già nel mese di marzo scorso (quando lo chiedeva Draghi).

      Ci sono voluti 8 mesi per prendere una decisione tutto sommato inconsistente (cosa farà l’Europa se il prezzo dovesse salire?). Credo che tale decisione serva a ben poco, ma è solo la mia impressione.

  2. Avatar Matteo Villa, ISPI
    Matteo Villa, ISPI

    I calcoli sul fabbisogno di gas

    Secondo calcoli dell’ISPI di ottobre, mese in cui l’Italia ha importato pochissimo gas dalla Russia, in mancanza di un concreto calo dei consumi durante l’inverno sarebbero potuti mancare fino a 3 miliardi di metri cubi, a fronte di un fabbisogno annuale tipico di 76, e sarebbe stato il caso di attingere alle riserve strategiche, ossia quella quota degli stoccaggi di ultima istanza che rappresenta quindi la soglia di allerta.

    Sembra però che alla fine non sarà necessario e che il mix esistente di importazioni, stoccaggi e produzione nazionale riuscirà a soddisfare tutto il fabbisogno.

    Non solo riuscirà a non attingere alle riserve strategiche, ma l’Italia potrebbe addirittura ritrovarsi alla fine dell’inverno con un livello degli stoccaggi molto più alto della media degli ultimi anni.

    La prima ragione di questo miglioramento è data dal contributo positivo delle importazioni di gas dalla Russia, tornate nuovamente a salire. Il problema è che si tratta di un flusso piuttosto inaffidabile. Come si è visto negli scorsi mesi, la Russia ha utilizzato la sua fornitura di gas all’Unione europea come arma di ricatto e non è detto che non tornerà a farlo prossimamente.

    Ma il motivo principale per cui il gas sarà sufficiente per l’inverno è legato soprattutto alla riduzione generale dei consumi

    https://www.ilpost.it/2022/12/24/gas-inverno-stoccaggi/?homepagePosition=2

  3. Avatar Da Today Italia
    Da Today Italia

    Bollette luce e gas, ecco cosa potrebbe accadere:
    la previsione dell’esperto Davide Tabarelli

    Secondo Tabarelli, presidente di Nomisma energia, il costo dell’elettricità dovrebbe scendere del 25% mentre sul fronte del gas sono attesi nuovi rincari. Almeno nel breve periodo. Intanto sul mercato di Amsterdam il costo del combustibile continua a calare

    A. Piccirilli – 27 dicembre 2022

    Il costo dell’elettricità potrebbe scendere in maniera importante con le prossime bollette, mentre per il gas sono attesi nuovi aumenti. La previsione è di Davide Tabarelli, presidente di Nomisma energia, società indipendente di ricerca in campo energetico e ambientale.
    Secondo l’esperto “la variazione stimata in base ai prezzi all’ingrosso dell’elettricità, scesi sulla pressione di quelli del gas, è dell’ordine del 25%, circa 16 centesimi di euro in meno a kWh che dovrebbe portare di nuovo le tariffe verso i 50 centesimi a kWh”. Per il gas invece, ha detto Tabarelli all’Ansa, è atteso “un aumento delle bollette di dicembre del 20% a 1,48 euro al metro cubo”.

    La comunicazione delle nuove tariffe dell’elettricità da parte di Arera (l’agenzia che si occupa di regolamentare il settore) è attesa nei prossimi giorni. Parliamo dunque di una previsione e non di informazioni ufficiali.

    Intanto sul mercato del gas le quotazioni sono ancora in calo: al Ttf di Amsterdam i future di gennaio vengono scambiati a 82,1 euro il MWh, dopo avere toccato quota 80 euro. I future di febbraio sono a 83,75 euro. Si tratta di valori sostanzialmente simili a quelli dello scorso autunno-inverno e molto più bassi di quelli raggiunti dopo subito dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

    Insomma, forse si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel anche se (almeno a detta dell’esperto) bisognerà aspettare per vedere un calo anche sulla bolletta del gas. Lo scopriremo nei prossimi giorni. 

    In ogni caso sul futuro andamento dei prezzi di luce e gas nel 2023 “pesano numerose incognite” afferma l’associazione dei consumatori.

    “Dopo il clima mite delle ultime settimane, l’arrivo del freddo nei mesi di gennaio e febbraio potrebbe far schizzare al rialzo le quotazioni del gas, con effetti sull’aggiornamento tariffario mensile di Arera.

    Occorrerà poi capire se e come sarà attuato il price cap varato dall’Europa, meccanismo sulla cui reale efficacia si nutrono molti dubbi.

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