Mentre la Cina è alle prese con una ondata pandemica di rinnovata intensità, l’Italia sta osservando un calo di tutti gli indicatori, ad eccezione di quello legato al numero dei decessi Covid. Magari anche in Italia a breve qualcuno proporrà tatticamente di adottare la soluzione “cinese” che consiste nell’utilizzo di una definizione di “decesso Covid” talmente restrittiva da limitare drasticamente il numero dei decessi “ufficiali” (anche se notizie ufficiose riportano di un forte aumento della mortalità generale in numerose regioni cinesi).
Gli indicatori pandemici italiani mostrano un andamento calante che ci fa ben sperare sull’evoluzione dei contagi Covid durante le ormai imminenti festività natalizie. L’unico indicatore ancora in crescita è quello dei decessi che continuano inesorabili a salire.
Il calo registrato nei contagi dipende anche dal fatto che ormai molti positivi sfuggono alle statistiche perché fanno il tampone a casa oppure non lo fanno affatto. Comunque – come vedremo nelle prossime figure – stanno calando anche i ricoveri e questo indica che la discesa dei contagi è reale:
Il livello dei nuovi ricoveri nei reparti Covid di terapia intensiva – pur diminuendo – è ancora circa doppio rispetto al minimo osservato a fine maggio ed a metà settembre 2022. Questo è un chiaro indice del fatto che non abbiamo ancora raggiunto quella “nuova normalità” di cui molti parlano.
In realtà siamo in una sorta di situazione del tipo “chiodo schiaccia chiodo“. Anche se mancano dati statistici completi, sembra che attualmente i ricoveri in terapia intensiva legati alle complicanze generate dalla forte ondata influenzale superino quelli legati alla Covid-19. Si tratta di notizie di stampa sulla cui affidabilità non sono in grado di esprimere giudizi. Comunque il dato certo è che – sia in termini di numero di posti letto occupati che di nuovi ricoveri settimanali – la situazione dei reparti Covid di terapia intensiva è ampiamente sotto controllo e non desta particolari preoccupazioni per il prossimo futuro.
Passiamo ora all’indicatore che non accenna ancora a calare: quello relativo al numero dei decessi:
Fino ad oggi, la crescita dei decessi è pressoché costante. Sappiamo che – in generale – c’è un “ritardo temporale” tra l’andamento dei contagi e quello dei decessi. Prima di fare ipotesi complicate su un possibile effetto legato alla diffusione dei contagi tra le categorie più fragili (più esposte al contagio a causa del totale abbandono di qualsiasi forma di precauzione da parte del resto della popolazione) sarà bene attendere i dati delle prossime settimane.
Concludo con un commento sui dati cinesi anche se – lo ripeto – il forte controllo politico che il regime impone sulle informazioni relative alla pandemia rende estremamente difficile effettuare una seria analisi della situazione. L’abbandono della strategia “zero Covid” si sta tramutando in una fortissima crescita dei contagi, provocata da una campagna vaccinale non particolarmente efficace e dalla carenza di difese immunitarie provocate da precedenti contagi. Le notizie di fonte giornalistica parlano di un’impennata dei decessi, anche se il numero di decessi Covid ammesso ufficialmente è assolutamente sottostimato.
Il vero pericolo rappresentato dalla Cina è che l’impennata dei contagi che sta avvenendo in quel Paese possa portare alla diffusione di nuove varianti virali che potrebbero diffondersi anche nel resto del mondo. I più pessimisti temono che l’attuale situazione cinese possa produrre una sorta di “Wuhan 2.0” con un virus sostanzialmente nuovo che potrebbe produrre danni gravissimi ovunque.
Si tratta – vorrei sottolinearlo – di pure illazioni che non sono al momento supportate da alcuna osservazione scientifica. Certamente staremmo tutti più tranquilli se il regime cinese adottasse un approccio più trasparente e consentisse alla Autorità sanitarie internazionali di effettuare un efficace monitoraggio della reale situazione sanitaria del Paese. Purtroppo la trasparenza non è considerata un valore a Pechino e dobbiamo accontentarci delle poche informazioni disponibili.
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