Numeri cinesi ed il rischio di una Wuhan 2.0

Il Governo cinese ha messo un sostanziale embargo sui numeri della pandemia e la cosa ha scatenato comprensibili apprensioni in tutto il Mondo. C’è il timore (per il momento non suffragato da evidenze “sperimentali“) che la situazione possa sfuggire di mano alle Autorità sanitarie cinesi e che si possano diffondere nuove pericolose varianti virali. Intanto sulla stampa mondiale leggiamo numeri più o meno “ufficiosi” relativi al numero dei contagi e dei decessi che stanno avvenendo in Cina. I numeri sono molto grandi, ma ovviamente vanno normalizzati rispetto alla dimensione della popolazione cinese.

Dopo essere stato confermato alla testa del Governo cinese, Xi Jinping ha effettuato un incredibile voltafaccia, cancellando la politica “zero Covid” fin qui seguita e lasciando libero spazio alla diffusione dei contagi. La combinazione della fine delle restrizioni e la scarsa protezione immunitaria presente nella popolazione cinese (a causa della pessima campagna vaccinale e della mancanza di protezione indotta da precedenti contagi) hanno innescato una rapida crescita della pandemia.

Di fronte al netto peggioramento della situazione sanitaria, le Autorità cinesi hanno deciso di porre un sostanziale embargo alla diffusione delle notizie relative alla Covid-19. Va detto che i numeri cinesi non sono mai stati molto affidabili e sono stati sempre sottoposti alla censura preventiva effettuata da solerti funzionari del regime.

Oggi nessuno conosce esattamente quale sia l’effettiva situazione sanitaria della Cina. Le notizie che ho personalmente raccolto da alcuni miei ex-studenti che attualmente vivono e lavorano in Cina sono troppo frammentarie per trarne indicazioni di carattere generale, ma sono tutte concordi nell’indicare la presenza di fortissime criticità, sia sul fronte dei ricoveri ospedalieri che dei decessi.

Intanto la stampa internazionale pubblica notizie “ufficiose” che proverrebbero da “riunioni a porte chiuse” delle autorità cinesi. Anche in questo caso è impossibile verificare l’affidabilità della sorgente. Si parla comunque di numeri molto elevati: 250 milioni di contagi ed oltre 1 milione di morti.

Letti così i dati fanno una grande impressione, ma se li normalizziamo rispetto al numero di abitanti la situazione cinese non appare peggiore rispetto a quella che hanno già sperimentato altri Paesi, tra cui l’Italia. Per comprendere come stanno effettivamente le cose dobbiamo ricordare che la popolazione cinese supera il livello di 1,4 miliardi, quasi 25 volte la popolazione italiana.

I 250 milioni di contagi ed il milione di morti cinesi – se normalizzati rispetto al dato della popolazione – corrisponderebbero per un Paese come l’Italia a circa 10 milioni di contagi e 40 mila morti, pochi rispetto ai circa 25 milioni di contagi e agli oltre 180 mila morti fin qui contati in Italia.

Ovviamente il dato complessivo non basta per comprendere la gravità della situazione. In particolare bisogna tenere conto della velocità di diffusione del virus e dell’impatto provocato dalla pandemia sui sistemi sanitari nazionali. In Italia i danni più gravi della pandemia (sia in termini di decessi che di occupazione dei reparti Covid degli ospedali) si sono verificati soprattutto durante il 2020, prima che arrivassero i vaccini. Attualmente non si può dire che la pandemia sia completamente risolta, ma la situazione dei nostri ospedali è stata riportata sotto controllo (almeno per quanto riguarda la Covid-19).

Anche se l’attuale ondata pandemica che interessa la Cina è dovuta a varianti virali appartenenti alla famiglia Omicron (che tendono a produrre infezioni mediamente meno gravi rispetto alle precedenti varianti), le poche notizie di cui disponiamo parlano di un sistema sanitario che in molte regioni cinesi sembra attraversare momenti di gravissima difficoltà. Non ci aspettiamo che il regime cinese ammetta tali difficoltà e sappiamo che se qualche blogger cinese provasse a confutare le informazioni “ufficiali“, rischierebbe di fare una brutta fine.

Non ci sono quindi concrete possibilità di avere informazioni affidabili su come vanno le cose in Cina. Speriamo che – 3 anni dopo Wuhan – la Cina non faccia qualche altro brutto scherzo al resto del Mondo.

Intanto è stato deciso di sottoporre a tampone molecolare tutti i viaggiatori provenienti dalla Cina che entrano in Italia (la misura era stata inizialmente pensata come “facoltativa“, ma successivamente il Ministero della Salute italiano ha deciso di renderla obbligatoria). L’operazione può aver senso solo se consentirà di identificare il ceppo virale dei viaggiatori positivi. Come ho già scritto, non c’è evidenza che attualmente in Cina girino nuovi ceppi virali, ma considerata la reticenza del regime cinese nel diffondere i dati sulla pandemia, non possiamo escludere che ciò stia già accadendo o possa accadere nel prossimo futuro.

Prima che si generi una sorta di “effetto Wuhan 2.0“, sarà meglio alzare la soglia di attenzione ed essere pronti ad affrontare la diffusione di eventuali nuovi ceppi virali di origine cinese.

Risposte a “Numeri cinesi ed il rischio di una Wuhan 2.0”

  1. Avatar Stefano
    Stefano

    Il profilo Twitter che ha diffuso le notizie sulle proteste in Cina dallo scorso novembre è di un artista cinese che vive in Italia e ha condiviso migliaia di video e testimonianze, aggirando la censura

    Durante le eccezionali proteste contro la strategia “Zero COVID” che ci sono state in Cina a fine novembre, uno degli account Twitter più seguiti e ricchi di notizie e informazioni era quello di Li Ying, un artista cinese che vive in Italia…

    https://www.ilpost.it/2022/12/27/li-ying-twitter-proteste-cina/

  2. Avatar ANSA
    ANSA

    La recrudescenza in Cina, peraltro, ha già portato l’esecutivo di centrodestra, che aveva promesso l’addio alle restrizioni, a reintrodurre tamponi obbligatori per i viaggiatori in arrivo dalle aree del nuovo contagio.

    Il primo Paese in Europa, mentre altri, come la Francia, si dicono pronti a coordinarsi con Bruxelles. Anche l’Italia, annuncia il ministro Orazio Schillaci, ha scritto al commissario Ue alla Salute per chiedere una azione “coordinata”, anche perché oltre agli arrivi diretti c’è il problema di chi fa scalo in area Schengen.

    Anche Matteo Salvini fa sapere di essere in contatto con la commissaria ai Trasporti, Adina Valean, chiedendo controlli in tutti i Paesi Ue. Ma dalla commissione, almeno per il momento, una indicazione non arriva.

    Il ministro fa una relazione in Consiglio dei ministri, nelle intenzioni l’ultimo del 2022, chiamato a lanciare un ulteriore salvagente per l’ex Ilva e a varare il nuovo codice per le Ong. E spiega che l’auspicio è che dal sequenziamento dei tamponi positivi si rivelino varianti “già presenti” nel paese. “Siamo molto tranquilli” il messaggio che manda in diretta tv alla fine del Cdm, perché al momento “non c’è nessun tipo di preoccupazione”. Ma “se ci dovesse essere un problema – assicura – interverremo tempestivamente”.

    I governatori già si erano attivati, prevedendo tamponi non obbligatori che hanno rivelato un positivo su due in arrivo dalla Cina a Malpensa.

  3. Avatar Da Repubblica
    Da Repubblica

    Covid, la nuova variante Kraken
    aggirerà i vaccini?

    Aureliano Stingi

    Si sta diffondendo velocemente nel Nord America e sembra essere una delle più contagiose di sempre. Arriverà in Europa? Aggirerà i vaccini?

    09 GENNAIO 2023

    Il Sars-CoV2 continua a circolare nella popolazione mondiale e continua ad accumulare mutazioni nel suo genoma. Abbiamo imparato che se una mutazione casuale costituisce un vantaggio per il virus essa viene mantenuta creando così una nuova variante.

    Negli ultimi mesi abbiamo osservato la nascita e la scomparsa di decine di nuove sottovarianti di Omicron: BA.1, BA.2.27, BA.5, BF.7, XBB, Q1 etc. L’ultima a preoccuare è la variante Kraken, che si sta diffondendo rapidamente a partire dagli Stati Uniti.

    L’avvicendarsi delle  diverse varianti Covid19 dipende sia da caratteristiche intrinseche delle varianti stesse  che da fattori esterni come l’immunità della popolazione. Ad esempio una variante può essere estremamente contagiosa ma a causa di un’alta immunità di popolazione si diffonderà pochissimo. E viceversa una variante poco contagiosa si diffonde moltissimo in una popolazione naive, cioè senza memoria immunitaria.

    L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha da poco dichiarato che la sottovariante Omicron XBB.1.5 è una delle varianti con il più alto potenziale infettivo, infatti un soggetto infettato sarebbe in grado di infettare almeno altre 15 persone.

    Inoltre la sottovariante XBB.1.5 ha un altissimo potenziale immuno-evasivo, cioè è in grado di evadere gli anticorpi prodotti da guarigione o vaccino.

    Questo significa che la variante XBB.1.5 causerà moltissime ospedalizzazioni e decessi in Europa? Molto probabilmente no.

    La sottovariante XXB.1.5 deriva dalla variante XBB che a sua volta deriva dalla variante BA2 la quale ha circolato ampiamente in Europa nella primavera del 2022. Sappiamo che il passaggio di una variante nella popolazione genera la produzione di anticorpi specifici. Inoltre, la seconda dose booster di vaccino anti-Covid19 somministrata in Italia (quarta dose) è stata costruita partendo dalle varianti BA4 e BA5.

    Un recente studio pubblicato su New England Journal of Medicine mostra che il vaccino bivalente BA4-BA5 è in grado di stimolare la produzione di anticorpi in grado di neutralizzare la variante XBB. Considerando la ‘parentelà tra la variante XBB e XBB1.5 possiamo ipotizzare che il vaccino bivalente o la guarigione post infezione XBB/BA2 offrano una buona protezione anche contro XBB1.5.

    Infine, non dimentichiamo che la protezione dalla Covid19 non è data solo dagli anticorpi ma anche dai linfociti T che a differenza dei primi, riconoscono moltissime parti dei virus e quindi sono meno soggetti alle molte mutazioni accumulate dalle varianti.

    TAKE HOME MESSAGE:

    Sars-CoV2 circolando accumula mutazioni che spesso risultano vantaggiose e quindi danno vita a nuove varianti

    Le varianti di Sars-CoV2 competono per infettare la popolazione che però può essere più o meno immune

    La sottovarante XBB.1.5 deriva dalla variante XBB ed ha un altissimo potenziale immuno-evasivo e di contagiosità

    XBB.1.5 si sta diffondendo nel Nord America

    Nonostante la contagiosità l’impatto della variante XBB.1.5 verrà mitigato dall’immunità acquisita dai vaccini e dalle guarigioni.

    (Aureliano Stingi, dottore in biologia molecolare, lavora nell’ambito dell’oncologia di precisione. Collabora con l’Organizzazione Mondiale della Sanità nella battaglia contro le fake news a tema Covid19)

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