I consumi elettrici in Italia nel corso del 2022

Secondo i dati diffusi oggi da Terna, i consumi elettrici italiani del 2022 sono stati solo leggermente inferiori rispetto a quelli del 2021 (-1% circa). Questo risultato è il frutto di una piccola crescita registrata durante il primo semestre 2022, seguita da un calo nel semestre successivo. Solo l’86,4% dei consumi italiani sono stati forniti dalle centrali esistenti sul territorio nazionale, mentre il restante 13,6 % è stato soddisfatto grazie alle importazioni (che includono anche l’energia elettrica prodotta dalle centrali nucleari localizzate all’estero, in prossimità dei nostri confini). Durante il 2022 c’è stato un forte crollo della produzione della energia idroelettrica (-37,7%) dovuto alla grave siccità che ha colpito l’Italia, mentre sono fortemente saliti i consumi di carbone utilizzato per alimentare le centrali termoelettriche.

Oggi Terna ha emesso un comunicato stampa nel quale sono anticipati i primi dati relativi ai consumi di energia elettrica registrati nel corso del 2022. Complessivamente l’Italia ha consumato 316,8 miliardi di kWh, circa l’1% in meno rispetto al 2021. Il calo è stato più significativo per le cosiddette imprese “energivore” che hanno ridotto i loro consumi del 5,4%.

Non c’è stato il temuto crollo dei consumi dovuto al “caro energia” o alla carenza di combustibili fossili, ma non mancano i motivi di preoccupazione. In particolare, durante il 2022 c’è stato un fortissimo incremento nell’utilizzo di carbone per alimentare le centrali termoelettriche (+61,4%) che è servito per compensare il crollo della produzione delle centrali idroelettriche legato al ben noto fenomeno della siccità (-37,7%).

Malgrado il forte aumento del prezzo, il consumo di gas naturale per alimentare le centrali termoelettriche è lievemente cresciuto rispetto al 2021 (+2,4% rispetto al 2021, dato provvisorio). Nel corso del 2022 il gas naturale ha fornito circa il 56% della produzione elettrica nazionale (era stato circa il 54% nell’anno precedente).

Questo dato ci fa riflettere sulla forte dipendenza dal metano del nostro sistema di produzione dell’energia elettrica. Tale situazione deriva da scelte strategiche sbagliate fatte nei decenni precedenti e non può essere ribaltata dall’oggi al domani (ammesso e non concesso che ci sia la volontà politica di farlo e la consapevolezza delle criticità causate dalla forte dipendenza dal metano).

L’unico dato positivo osservato nel corso del 2022 è quello relativo all’energia prodotta da impianti fotovoltaici, cresciuta dell’11,8% rispetto al 2021. Purtroppo si tratta ancora di un contributo insufficiente per cambiare gli equilibri energetici italiani poiché copre solo circa il 10% della produzione nazionale.

I dati relativi alle altre fonti energetiche rinnovabili mostrano variazioni percentuali poco significative rispetto al 2021. In altre parole, siamo bombardati ogni giorno da nuovi roboanti annunci su impianti eolici, biomasse e altre fonti energetiche più o meno alternative, ma il passaggio tra la fase degli annunci e la realizzazione pratica è tutt’altro che scontato.

Concludo questo post mostrandovi un grafico elaborato da Terna che ci fa vedere l’andamento dei consumi elettrici italiani nel corso degli ultimi anni. La curva importante è quella azzurra corrispondente ai cosiddetti dati “destagionalizzati“, ovvero corretti per tenere conto dei giorni lavorativi effettivi e delle variazioni di temperatura media di ciascun mese. Nel grafico si nota il picco profondo registrato nella prima parte del 2020 in occasione della fase iniziale della pandemia di Covid-19 (con i relativi lockdown). Segue una fase di ripresa che, malgrado l’aumento dei costi dell’energia, era stata particolarmente vivace fino alla fine del 2021. Poi – nel 2022 – l’aggravarsi della crisi energetica legata all’invasione russa dell’Ucraina ha determinato un progressivo rallentamento dei consumi, più evidente nella seconda parte del 2022:

Andamento dei consumi mensili di energia elettrica in Italia (espressi in TWh) nel corso degli ultimi 6 anni. La linea grigia tratteggiata rappresenta i valori grezzi, mentre la linea continua azzurra corrisponde ai dati destagionalizzati (crediti: grafico Terna)

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