Qualche giorno fa Eurostat ha diramato un comunicato che è passato quasi inosservato: durante il mese di febbraio 2023 il livello di mortalità in Europa è rientrato entro i livelli tipici che si avevano prima della comparsa della pandemia di Covid-19. In altre parole, dopo 3 anni dai primi contagi, non si registra più quell’eccesso di mortalità che ha accompagnato la diffusione del virus. Questo non vuol dire che non si muoia più di Covid-19, ma il contagio non è più tale da provocare un eccesso di mortalità. Il picco maggiore dell’eccesso di mortalità era stato registrato nel mese di novembre del 2020 quando – come media europea – il numero dei decessi fu del 40% superiore rispetto al solito. Attualmente il dato medio europeo è allineato ai livelli pre-Covid, anche se si registra ancora un certo eccesso di mortalità in alcuni Paesi come Grecia e Cipro.
Il dato sull’andamento statistico della mortalità indica di quanto varia la mortalità in un determinato Paese e in un certo periodo dell’anno rispetto alla media dello stesso periodo misurata durante gli anni precedenti. Epidemie, forti sbalzi climatici, catastrofi naturali o altre emergenze possono provocare un eccesso di mortalità. Osservando l’andamento complessivo dei decessi si possono ottenere preziose informazioni che ci permettono di capire quale sia l’effettivo impatto sulla vita delle persone dei fenomeni che stiamo studiando.
L’indicatore legato all’andamento assoluto della mortalità è stato molto utile per seguire l’effettivo andamento della pandemia di Covid-19. Bastava confrontare l’andamento del numero assoluto dei decessi (il puro dato anagrafico complessivo, indipendentemente dalla causa attribuita ai singoli decessi) rispetto allo stesso dato misurato nei 5 anni precedenti alla comparsa del virus per comprendere quale fosse l’impatto reale della pandemia. Durante tutte le ondate pandemiche che abbiamo registrato dal mese di febbraio 2020 in poi è stato osservato un eccesso di mortalità che era chiaramente correlato con la diffusione dei contagi.
A livello europeo, l’eccesso di mortalità più elevato è stato registrato nei mesi di aprile (+25,2%) e novembre (+40%) del primo anno di pandemia (2020). Nell’anno successivo, grazie alla progressiva diffusione dei vaccini, si è osservato un calo significativo ed i dati sono scesi ulteriormente nel 2022 in concomitanza con la diffusione della variante Omicron, molto contagiosa, ma decisamente meno aggressiva rispetto ai ceppi virali precedenti.
Per la prima volta – nel mese di febbraio 2023 – Eurostat certifica che, come media europea, non si osserva più un eccesso di mortalità. Il numero dei decessi registrati durante lo scorso mese di febbraio è stato leggermente inferiore rispetto alla media degli anni 2016-2019 anche se alcuni Paesi hanno registrato ancora un piccolo eccesso. Il grafico seguente mostra l’andamento dell’eccesso di mortalità nei diversi Paesi europei:
Il grafico successivo, sempre di fonte Eurostat, mostra l’andamento dell’eccesso di mortalità durante gli ultimi 3 anni in corrispondenza con le varie fasi della pandemia:
Finalmente possiamo dire che la pandemia è stata messa sotto controllo. Questo non significa che non ci siano più – in assoluto – morti per Covid-19, ma si tratta di un numero di casi relativamente piccolo e oggi possiamo veramente affermare che si tratta di persone molto fragili che sarebbero comunque decedute entro breve tempo a causa di altre concomitanti patologie (se ricordate questo argomento era stati impropriamente utilizzato da coloro che, all’inizio della pandemia, sostenevano che la Covid-19 fosse solo una “banale influenza“, ma purtroppo allora non era così).
Curiosamente il comunicato di Eurostat ha destato scarso interesse nell’opinione pubblica. Ormai abbiamo archiviato la pandemia tra i ricordi del passato ed oggi siamo preoccupati da molti altri motivi. Si tratta comunque di una buona notizia e dopo aver lungamente discusso della pandemia mi sembrava comunque interessante segnalarla ai lettori di questo blog.
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