Durante il mese di aprile 2023 i prezzi dell’energia in Italia sono stati sostanzialmente in linea rispetto a quelli registrati durante il mese precedente: decisamente più bassi rispetto allo stesso periodo del 2022, ma comunque circa doppi rispetto ai prezzi medi registrati durante la fase più acuta della pandemia. Le riserve di gas naturale presenti nel nostro Paese sono state solo parzialmente intaccate durante la stagione invernale (attualmente sono ad un livello pari a circa il 60% ed è già iniziata la fase di riempimento in previsione della prossima stagione invernale). Il clima invernale particolarmente mite ed i risparmi energetici ci hanno aiutato a ridurre i consumi. Le prospettive per i prossimi mesi sono ragionevolmente confortanti
Gli ultimi dati che arrivano dal mercato energetico italiano mostrano un andamento sostanzialmente stabile, simile a quello registrato durante lo scorso mese di marzo. Il calo dei prezzi che avevamo osservato durante la parte iniziale del 2023 sembra ormai terminato.
Non siamo tornati ai prezzi “stracciati” che si registravano durante la fase più acuta della pandemia quando le aziende funzionavano a ritmo ridotto ed il mercato era inondato dal metano russo a buon mercato, ma i costi energetici attuali sono comunque decisamente più bassi rispetto a quelli registrati nel corso del 2022.
Questo ci fa tirare un respiro di sollievo rispetto alle spese da sostenere per pagare le prossime bollette energetiche (anche se a partire da questo mese è previsto comunque un aumento delle bollette legato alla cancellazione dei tagli di imposte sull’energia che erano stati introdotti dal Governo Draghi). Siamo tornati ad una “nuova normalità“. Purtroppo – sul fronte generale dei prezzi – osserviamo che l’inflazione italiana non accenna a calare e rimane sensibilmente più alta rispetto alla media europea.
La cosa – a mio avviso – decisamente strana è che nessuno in Italia sembra preoccuparsi troppo dell’inflazione. Perdiamo un sacco di tempo a confrontarci sulla “polemica del giorno” prendendo spunto dal gossip della politica, ma nessuno discute mai dei prezzi che sono partiti a razzo quando c’è stato il forte aumento dei costi energetici e che oggi – a costi energetici decisamente più contenuti – non accennano neppure ad un timido calo.
Il grafico seguente mostra l’andamento dei prezzi all’ingrosso per gas (prezzo MGP) e dell’energia elettrica (prezzo PUN). I dati sono quelli presenti nel sito del GME (Gestore dei Mercati Energetici):
Le previsioni per i prossimi mesi sono ragionevolmente confortanti. Non ci sarà la corsa al gas registrata nell’estate 2022 quando i Paesi europei cercavano affannosamente alternative alle forniture russe. Rispetto ad un anno fa sia l’Italia che i suoi partner europei hanno trovato nuovi fornitori, senza contare che – aldilà delle roboanti dichiarazioni ufficiali – la Russia sta cercando affannosamente di mantenere una quota significativa del mercato energetico europeo anche ricorrendo alla triangolazione con Paesi terzi. Il gas liquido prodotto in Russia viene caricato su navi metaniere che – dopo aver occultato l’origine del loro carico – lo portano agli impianti di rigassificazione europei (incluso quello di Piombino che sta per entrare in funzione). Nel corso del 2023 la Russia sarà costretta a dimezzare la sua produzione di gas naturale: anche se sono aumentate le sue esportazioni verso la Cina, non è così facile sostituire i clienti dell’Europa occidentale. Mantenere una quota di questo mercato – sia pure dopo costose “triangolazioni“- è in questo momento essenziale per la Russia se vuole mantenere un adeguato livello di esportazioni.
Difficilmente torneremo alla situazione del passato quando la Russia forniva a Germania, Italia e tanti altri Paesi europei ingenti quantità di gas naturale a prezzi molto contenuti, ma tutto sommato non tutti i mali vengono per nuocere. Il metano russo a basso costo impediva di fatto lo sviluppo delle energie rinnovabili producendo alla lunga un grave danno sia per l’ambiente che per il clima.
I prezzi attuali dell’energia in Italia potrebbero essere gestibili, purché in futuro si evitino forti oscillazioni che rischiano di destabilizzare il mercato. A questi livelli, i costi di produzione delle energie rinnovabili possono essere molto competitivi e questo ci potrà aiutare ad affrontare meglio la sfida della transizione energetica.
Ovviamente qualsiasi considerazione deve tenere conto degli eventi meno prevedibili che potrebbero accadere nel prossimo futuro. In particolare, elementi di forte instabilità potrebbero essere generati da un ulteriore inasprimento della guerra in Ucraina o da una destabilizzazione delle aree del Nord Africa da cui oggi proviene una parte consistente delle nostre forniture energetiche. Anche effetti climatici esasperati come una perdurante siccità potrebbero aggravare la situazione.
In conclusione, è troppo presto per poter dichiarare che l’emergenza energetica è finita. La situazione attuale è ampiamente sotto controllo, ma forti instabilità potrebbero emergere dall’oggi al domani. Bisogna quindi continuare ad agire con prudenza, intensificando i piani di risparmio energetico (la prima e più efficace delle forme di energia “amiche del clima“) e lo sviluppo delle energie rinnovabili.
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