Continua il calo marcato dei prezzi (all’ingrosso) di gas ed energia elettrica, anche se gli effetti sulle bollette dei cittadini e – più in generale – sull’inflazione non sono ancora particolarmente evidenti. Le riserve di gas nazionali sono piene al 70% e si prevede che saranno riempite entro la fine dell’ormai prossima estate. Al momento, non ci sono motivi per temere che si ripeterà la forte impennata dei prezzi energetici che aveva caratterizzato l’estate dello scorso anno.
Il mese di maggio ha visto un ulteriore forte calo dei prezzi all’ingrosso, sia del metano che dell’energia elettrica. I livelli attuali del prezzo del metano (all’ingrosso) sono simili a quelli registrati nel mese di luglio 2021, abbastanza vicini ai valori che si osservavano prima dello scoppio della recente crisi energetica.
La limitata domanda di gas destinato a ricostituire le riserve e l’aumento di forniture provenienti da Paesi alternativi rispetto alla Russia hanno consentito di riportare i prezzi a valori che corrispondono a circa il 15% del picco speculativo registrato nel mese di agosto 2022.
La domanda che sorge spontanea è “come mai il calo dei prezzi dell’energia non ha ancora prodotto un calo significativo delle bollette pagate dai cittadini e, più in generale, dell’inflazione?”.
La risposta a questa domanda non è semplice. Per quanto riguarda le bollette bisogna tener conto che – in base ai contratti – ci possono volere alcuni mesi prima che l’andamento dei prezzi all’ingrosso sia trasferito ai consumatori. Inoltre il Governo ha recentemente abolito alcuni degli sconti in bolletta che erano stati introdotti nel 2022, producendo un aumento netto per il consumatore finale.
Per quanto riguarda l’inflazione, assistiamo ad un processo ben noto. L’aumento dei prezzi energetici ha determinato un repentino aumento dei costi industriali che – alla fine – sono stati scaricati sul consumatore finale. Quando i prezzi dell’energia sono calati i prezzi pagati dal consumatore non sono scesi, producendo un considerevole aumento dei profitti aziendali. Su questo punto il Governo non sembra particolarmente interessato ad intervenire ed i consumatori pagano!
Lascia un commento