Tasse e clima: un equilibrio difficile

Le emissioni di anidride carbonica dipendono dalle scelte politiche di fondo fatte dai Governi, ma anche dalle scelte individuali adottate dai singoli cittadini. In particolare, ci sono comportamenti come l’utilizzo di auto di elevata potenza che sono particolarmente nocivi per l’ambiente e per il clima. Molti ritengono che chi eccede con le emissioni di anidride carbonica dovrebbe pagare una tassa per compensare i danni prodotti. L’ultima scelta del Governo italiano va esattamente nella direzione opposta: verrà progressivamente eliminato il cosiddetto “Superbollo”, ma le mancate entrate (circa 200 milioni di Euro all’anno) dovranno essere compensate da tasse alternative. In pratica riduciamo i costi per chi circola con auto di grande potenza e aumentiamo le tasse a tutti gli altri cittadini. Alla faccia del clima e della equità fiscale!

Quando i politici parlano di tasse usano spesso l’aggettivo “odioso” ed in effetti non conosco molte persone che siano felici di pagarle. Promettere di togliere questa o quella tassa è uno dei modi più semplici per accalappiare voti alle elezioni anche se poi, una volta arrivati al Governo, ci si scontra con la dura realtà dei fatti e con la necessità di tenere in piedi le fragili finanze pubbliche del nostro Paese.

Oggi la commissione Finanze della Camera ha discusso della eliminazione della tassa sulle auto di grande potenza, il cosiddetto “Superbollo” ovvero 20 euro all’anno per ogni kW di potenza che eccede i 185 kW. Tale cifra viene progressivamente ridotta con l’aumentare dell’età del veicolo.

La motivazione di fondo sarebbe quella di favorire il mercato delle auto alimentate da motori diesel di grossa cilindrata, una tecnologia nella quale l’Italia ha (ma sarebbe meglio dire aveva) una forte presenza. In realtà il mercato delle auto a motore diesel è stato massacrato dal cosiddetto “Dieselgate” (quando i costruttori baravano spudoratamente per far apparire parametri di emissione largamente inferiori rispetto a quelli effettivi) e non sarà certamente questo provvedimento a rivitalizzarlo. La quota di mercato delle auto diesel (nuove) in Italia ha raggiunto un massimo pari circa il 57% nel 2016. Nei primi mesi del 2023 tale quota è scesa sotto al 20%.

Complessivamente l’imposta sulle auto di maggiore potenza porta nelle casse dello Stato circa 200 milioni di Euro all’anno, poca roba rispetto al deficit complessivo, ma comunque una cifra a cui non si può rinunciare facilmente. In effetti la proposta che è stata approvata è quella di eliminare progressivamente l’odioso Superbollo, “ma senza maggiori oneri per i conti pubblici“. In altre parole, i 200 milioni dovranno arrivare da nuove tasse oppure andranno distribuiti sulla cosiddetta “fiscalità generale“. I possessori di auto di grande potenza pagheranno meno tasse e il loro contributo sarà sostituito dalle imposte pagate dagli altri cittadini.

Questa misura va esattamente nella direzione opposta rispetto a quella che sarebbe auspicabile se si volesse adottare una politica fiscale attenta ai problemi ambientali e climatici.

Tutte le auto a combustione interna inquinano ed emettono gas serra, ma le auto di maggiore potenza lo fanno – a parità di chilometri percorsi – molto di più rispetto ai mezzi dotati di motori meno potenti. Ricordo che la potenza del motore è sinonimo – a parità di peso – della velocità massima che l’auto può raggiungere. Se tutti rispettassero i limiti di velocità non avrebbe senso acquistare un auto con un motore molto potente, ma sappiamo bene che molti automobilisti non sanno resistere alla tentazione di schiacciare l’acceleratore a tavoletta, senza preoccuparsi troppo dei limiti di velocità esistenti e delle emissioni dei loro mezzi.

Il buonsenso sembrerebbe suggerire che sarebbe stato più opportuno aumentare le tasse sulle auto più potenti piuttosto che eliminarle. Questa mia valutazione non ha nulla a che fare con l’atteggiamento ideologico di chi a sinistra vorrebbe “veder piangere i ricchi“. A mio avviso, se qualcuno vuole buttar via i suoi soldi acquistando veicoli di grande potenza dovrebbe poterlo fare liberamente, purché paghi tasse adeguate per compensare i maggiori danni ambientali e climatici provocati. Senza dimenticare che la presenza di tale tassa potrebbe spingere molti cittadini ad adottare un comportamento più consapevole.

Ma a quanto pare – quando abbiamo a che fare con i problemi ambientali e climatici – il buonsenso non sembra guidare le scelte del nostro Governo.

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