Oggi la svizzera Stadler Rail ha annunciato di aver concluso un accordo con le ferrovie austriache (ÖBB) per la fornitura di un massimo di 120 treni a batteria della gamma Flirt Akku. Questi mezzi sono destinati a sostituire gli attuali treni a trazione diesel che circolano su alcune tratte delle ferrovie austriache non elettrificate. I primi 16 convogli saranno consegnati entro il prossimo autunno. Nel frattempo il Trentino che avrebbe dovuto realizzare il vecchio progetto di elettrificazione della linea ferroviaria della Valsugana scopre che – a causa dell’inflazione – lo stanziamento disponibile è ampiamente insufficiente rispetto a quanto servirebbe per svolgere i lavori programmati. Inoltre la linea della Valsugana viaggia a portata limitata a causa di un problema irrisolto legato al consumo anomalo delle ruote dei treni. Il Trentino ha voluto gestire in autonomia alcuni collegamenti ferroviari, ma purtroppo ha dimostrato di non esserne capace. Eppure basterebbe copiare da chi fa meglio di noi, a cominciare dall’Austria.
L’annuncio odierno che arriva da Zurigo dimostra che – grazie alle attuali tecnologie – si può smettere di utilizzare gli inquinanti treni a trazione diesel senza necessariamente realizzare le costose opere di elettrificazione di talune linee ferroviarie di montagna. Basta sostituire i treni diesel con treni elettrici dotati di batteria. Il passaggio dal diesel all’elettrico può avvenire gradualmente, senza bisogno di impegnarsi in onerosi lavori di adeguamento delle infrastrutture.
Anche in Trentino questa soluzione era stata proposta da alcuni esperti, ma era stata scartata dalla Provincia convinta che fosse preferibile estendere gli impianti di alimentazione elettrica per via aerea anche alle linee che non ne sono ancora dotate, prima fra tutte quella che collega Trento a Bassano attraversando la Valsugana. Il progetto aveva ricevuto anche un congruo finanziamento, ma – a causa della recente impennata dei prezzi – si è scoperto che i fondi disponibili non sono sufficienti per coprire i costi reali.
Al momento tutto è fermo e continuiamo a far circolare gli inquinanti treni a trazione diesel (spesso sostituiti dagli autobus che percorrono la trafficatissima statale 47 perché non è stata ancora risolta l’annosa questione dell’anomalo consumo delle ruote dei treni lungo la linea della Valsugana).
Il quadro complessivo è desolante, con Trentino Trasporti che minaccia cause legali nei confronti di RFI-Rete Ferroviaria Italiana. Il risultato è che chi viaggia ha scarse alternative rispetto all’uso dell’auto e tutto contribuisce ad accrescere il traffico, le emissioni di anidride carbonica e l’inquinamento lungo la Valsugana.
In conclusione, mentre in Austria hanno adottato una soluzione pragmatica che progressivamente porterà alla scomparsa dei treni diesel anche sulle linee ferroviarie non dotate di alimentazione elettrica, in Trentino siamo bloccati da scelte incongrue e dall’incapacità di risolvere banali problemi di natura tecnica. Altre regioni italiane sono più avanti di noi: ieri l’Azienda Regionale Sarda Trasporti (ARST) e Ferrovie della Calabria (FdC) hanno assegnato a Stadler due accordi quadro per la fornitura e la manutenzione rispettivamente di 10 treni a idrogeno per ARST in Sardegna e di 15 veicoli simili per FdC in Calabria.
Il Trentino ha scelto di gestire in autonomia alcuni importanti collegamenti ferroviari, ma ne è veramente capace?
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