C’è grande fermento tra i produttori di batterie per l’arrivo sul mercato delle nuove batterie al sodio. Queste batterie sono strutturalmente simili a quelle al litio (sodio e litio sono ambedue metalli alcalini ed hanno caratteristiche chimico-fisiche molto simili). Le batterie al sodio si caratterizzano per un intervallo di temperatura di funzionamento ottimale decisamente più ampio rispetto a quelle al litio (da -15°C fino a +60°C, mentre per il litio l’intervallo va da +15 a +35°C) e per un minore rischio di incendio. Inoltre sono più economiche perché possono essere costruite senza bisogno di ricorrere a metalli costosi come litio, cobalto, nichel e rame. Attualmente il loro svantaggio principale è costituito dalla bassa densità energetica (circa 150 Wh/kg da confrontare con i 350 Wh/kg di una moderna batteria al litio). Questo comporta – a parità di autonomia di un’auto elettrica – l’utilizzo di una batteria decisamente più ingombrante (e pesante). Ma lo sviluppo tecnologico delle batterie al sodio è ancora nella sua fase iniziale e le cose potrebbero evolvere rapidamente. Purtroppo – ancora una volta – il pallino rimane in mano cinese. La Cina è il Paese che ha investito di più – sia a livello di ricerca di base che nella fase di sviluppo industriale – per portare sul mercato la nuova generazione di batterie al sodio.
Se non fosse per la densità energetica ancora decisamente inferiore rispetto a quella delle analoghe batterie al litio, le batterie al sodio si candiderebbero senza ombra di dubbio come il nuovo standard di mercato per l’accumulo di energia elettrica. Le batterie al sodio hanno costi costruttivi più contenuti perché non fanno uso di metalli costosi come litio, cobalto, nichel e rame. Hanno inoltre indubbi vantaggi soprattutto quando devono essere utilizzate a bassa temperatura, mentre le batterie al litio hanno un intervallo di temperatura di funzionamento ottimale decisamente più ristretto.
Il problema della ridotta densità energetica delle batterie al sodio (attualmente è circa la metà rispetto a quella di una batteria al litio di alta qualità) deriva – in parte – da caratteristiche intrinseche dei materiali impiegati, ma potrebbe diventare meno severo grazie al futuro sviluppo tecnologico. D’altra parte non dimentichiamo che 15 anni fa la densità energetica di una batteria al litio era circa 1/4 rispetto a quella di una batteria attuale. Possiamo quindi ritenere che nei prossimi anni il gap esistente tra le batterie al sodio e quelle al litio potrebbe chiudersi o quantomeno restringersi significativamente. Già oggi, per le applicazioni di accumulo d’energia statico (ad esempio per immagazzinare l’energia intermittente prodotta da impianti solari od eolici) le batterie al sodio rappresentano una alternativa credibile e competitiva rispetto alle batterie al litio.
Mentre in Italia e nel resto d’Europa si incomincia – con grave ritardo – la ricerca di fonti minerali di litio e cobalto, nel corso del prossimo quinquennio potremmo assistere ad una totale stravolgimento del mercato mondiale delle batterie. Purtroppo, ancora una volta, i produttori dei Paesi occidentali sono in grave ritardo mentre quelli cinesi sono ottimamente piazzati per guidare l’eventuale transizione dal litio al sodio. Attualmente si contano 8 grandi aziende impegnate a livello mondiale nello sviluppo di batterie al sodio: 7 sono cinesi ed una sola è americana (Natron Energy).
Va detto che – a differenza del litio – il sodio si trova molto facilmente in natura. Le riserve naturali di carbonato di sodio sono localizzate principalmente negli Stati Uniti, ma anche il comune sale marino (NaCl) è una sorgente abbondante e a basso costo di sodio. A differenza del litio la cui estrazione e purificazione è controllata quasi esclusivamente da aziende cinesi, nel caso del sodio qualsiasi Paese potrebbe dotarsi di una sua filiera produttiva.
Ho scritto “potrebbe” perché ovviamente per ottenere risultati adeguati bisogna investire prima nella ricerca di base e poi nello sviluppo industriale dei nuovi prodotti. Questo è stato fatto in Cina, mentre in Europa non stiamo andando oltre alle chiacchiere e all’idea di riaprire qualche vecchia miniera.
In Italia continuiamo a perdere tempo sproloquiando della “eccellenza motoristica italiana” e contiamo sull’inconsistente “Piano Mattei” per continuare a emettere anidride carbonica nell’atmosfera come se niente fosse e ad inquinare l’aria delle nostre città. L’opportunità offerta dalle nuove batterie al sodio ci sfuggirà e tra poco arriveranno dalla Cina le utilitarie per uso cittadino vendute a prezzo stracciato grazie all’utilizzo delle più economiche batterie al sodio.
Forse quando la Fiat (pardon Stellantis) non riuscirà più a vendere le sue Panda perché soppiantate dalle utilitarie elettriche cinesi, ci sveglieremo anche noi!
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