Il “Santo Graal” dei superconduttori a temperatura ambiente: ci siamo o è l’ennesima bufala?

Quando lo scorso 22 luglio un gruppo di ricercatori sud-coreani ha postato su arXiv un preprint (non ancora accettato per la pubblicazione) nel quale annunciavano di aver realizzato un materiale superconduttore funzionante a temperatura ambiente, si è scatenata in tutto il mondo la corsa per riprodurre l’esperimento coreano. Un materiale superconduttore con tali caratteristiche consentirebbe di realizzare ingenti risparmi energetici. Purtroppo – almeno fino ad oggi – tutti i tentativi di riprodurre l’esperimento coreano sono falliti.

Se verificato, l’annuncio che il nuovo materiale chiamato LK-99 sia superconduttore a temperatura ambiente potrebbe aprire la strada verso un incredibile sviluppo tecnologico. In particolare, consentirebbe di realizzare reti di distribuzione dell’energia elettrica a bassissima perdita e di ridurre drasticamente i costi di costruzione ed i consumi energetici di dispositivi complessi come gli acceleratori di particelle, le macchine per la risonanza magnetica, i treni iperveloci a levitazione magnetica e di tutte le attrezzature che devono essere raffreddate a temperature criogeniche per mantenere le loro bobine magnetiche in uno stato superconduttivo.

La sigla LK-99 indica un cristallo di apatite di piombo modificato introducendo un certo numero di atomi di rame: Pb10−xCux(PO4)6O dove (0,9 < x <1,1).

Il preprint dedicato alla superconduttività del LK-99 ha destato un immediato ed enorme interesse in tutto il mondo scientifico e durante le ultime settimane numerosi laboratori hanno cercato di riprodurre l’esperimento coreano. A mia memoria, non si vedeva un fenomeno di “eccitazione collettiva” della comunità scientifica internazionale dai tempi dell’annuncio (rivelatosi poi farlocco) della cosiddetta “fusione fredda” (23 marzo 1989).

Purtroppo, come riporta un recente editoriale di Physics World, tutti i tentativi di riprodurre l’esperimento sono falliti. Molti mettono in evidenza le criticità legate alla preparazione del materiale: benché gli Autori abbiano resa pubblica la procedura utilizzata per preparare l’LK-99, chi ha provato a sintetizzarlo ha ottenuto – almeno fino ad oggi – risultati contrastanti e assai poco riproducibili. Sulla base di queste evidenze, numerosi esperti si sono espressi negativamente ritenendo che gli Autori coreani abbiano semplicemente sbagliato ad interpretare i dati sperimentali a causa della presenza, nel loro campione, di impurezze incontrollate.

Da decenni, ricercatori di tutto il mondo sono impegnati nella ricerca di un materiale superconduttore operante a temperatura ambiente, ma fino ad oggi tutti gli sforzi si sono rivelati vani. Al momento, è troppo presto per poter affermare con certezza che l’annuncio fatto dai ricercatori sud-coreani sia infondato, ma il fatto che nessuno sia fin qui riuscito a riprodurre l’esperimento pone pesanti interrogativi sulla consistenza del loro lavoro.

Nel frattempo, la borsa sud-coreana registra il crollo delle quotazioni di alcune aziende tecnologiche che, alla fine dello scorso mese di luglio, avevano avuto una crescita imponente perché erano state individuate come possibili utilizzatrici del LK-99. Mentre gli scienziati continuano le loro discussioni, gli investitori hanno già emesso la loro sentenza.

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