Terna ha rilasciato i dati relativi ai consumi elettrici dello scorso mese di luglio e quelli complessivi relativi ai primi 7 mesi del 2023. Si conferma la tendenza al calo dei consumi e la ripresa della produzione di energia idroelettrica grazie alle piogge della tarda primavera e di inizio estate che hanno posto fine ad un lunghissimo periodo di siccità. La quota dei consumi elettrici del mese di luglio coperta da energie rinnovabili è salita 38,4% (contro il 31,3% dello stesso mese di un anno fa).
Gli ultimi dati sui consumi elettrici nazionali rilasciati da Terna confermano la tendenza al calo dei consumi complessivi nei primi 7 mesi del 2023 (-5%) rispetto allo stesso periodo del 2022. Il calo è un po’ più alto (-5.7%) se si considerano solo i consumi delle aziende industriali più “energivore” (indice IMCEI), dato che fa presagire un calo della produzione e quindi del PIL nazionale.
I dati specifici relativi al mese di luglio sono mostrati in figura:
Gli ultimi dati confermano il largo uso che l’Italia fa di energia elettrica importata dall’estero (prodotta principalmente da centrali nucleari localizzate non lontano dai nostri confini nazionali). Durante il mese di luglio 2023 la quota di energia elettrica importata ha coperto il 14,4% dei consumi.
Notiamo che – rispetto al mese di luglio 2022 – c’è stata una forte crescita della quota dei consumi coperta dalle energie rinnovabili. Tale quota è stata pari al 38,4% del totale contro il 31,3 % registrato durante il mese di luglio di un anno fa.
Ricordo che il mese di luglio è quello durante il quale si osserva tipicamente un picco della produzione di energia fotovoltaica, ma nel luglio 2023 c’è stata anche una forte ripresa (+32,4%) della produzione di energia idroelettrica che – un anno fa – era fortemente ridotta a causa della prolungata siccità. Fotovoltaico ed idroelettrico hanno fornito oltre il 70% della quota di energie rinnovabili.
Questo risultato è stato ottenuto anche grazie alla messa in produzione di nuovi impianti fotovoltaici ed eolici. La capacità installata per la produzione di energie rinnovabili è cresciuta di quasi 3 GW rispetto ad un anno fa (l’aumento registrato un anno fa rispetto al 2021 era stato pari a circa la metà).
Questo significa che c’è stata una accelerazione nella installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile: il segnale è incoraggiante e va nella giusta direzione, anche se non si fa ancora abbastanza per sfruttare al meglio tutte le opportunità.
L’aumento dei costi dell’energia ha spinto molti utenti ad investire sulle energie rinnovabili, ma le forniture elettriche italiane dipendono ancora troppo dalla disponibilità di combustibili fossili.
Nei primi 7 mesi del 2023 la quota dei consumi elettrici coperta dalle centrali termoelettriche italiane è ammontata a poco più di 95 GWh (in calo del 16,1% rispetto allo stesso periodo del 2023). Poco meno del 10% di tale energia è stata prodotta da centrali alimentate a carbone, notoriamente molto dannose sia per la qualità dell’aria che per il clima. Alcune di queste centrali erano state riavviate un anno fa per rispondere alla carenza di metano ed al calo dell’energia idroelettrica causato dalla siccità.
Rispetto ad un anno fa, la produzione delle centrali alimentate a carbone è calata del 22,9%, mentre quella delle centrali alimentate a biocombustibili (categoria che – secondo i discutibili criteri statistici adottati da Terna – comprende anche i rifiuti!) sono calate solo del 4,8%). C’è quindi un timido segnale di un uso più ridotto del carbone anche se si potrebbe discutere a lungo sulla scelta di tenere ancora accese le centrali a carbone dopo che la fase acuta della crisi energetica è stata superata.
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