Gli italiani non comprano l’auto elettrica e si tengono quella vecchia

I dati sul mercato automobilistico aggiornato alla fine di agosto mostrano che – pur in presenza di un certo aumento delle vendite di auto nuove – siamo ancora su livelli inferiori rispetto a quelli pre-Covid. Le vendite di auto elettriche ed ibride plug-in sono ancora un evento relativamente raro (complessivamente meno del 10% del mercato totale). Tesla si segnala per aver raddoppiato le sue vendite rispetto allo scorso anno, ma oggi copre soltanto il 2,6% del mercato. Contemporaneamente crolla il numero di vecchie auto destinate alla rottamazione. Il segnale è chiaro: gli italiani disorientati dai messaggi della politica e con le tasche svuotate dall’inflazione preferiscono aspettare e – almeno per il momento – si tengono l’auto vecchia, anche se è meno sicura e più inquinante.

Gli ultimi dati relativi al mercato automobilistico italiano confermano una ripresa delle immatricolazioni di auto nuove: il mese di agosto ha fatto segnare un +12% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Complessivamente, nei primi 8 mesi del 2023 sono state immatricolate 1.040.560 auto, dato da confrontare con gli 865.084 veicoli immatricolati durante i primi 8 mesi del 2022. L’aumento medio percentuale è stato di poco superiore al 20%.

L’incremento più forte è stato registrato nei primi mesi del 2023 grazie all’arrivo dei modelli ordinati nel 2022 e consegnati in forte ritardo a causa della carenza di dispositivi elettronici che aveva rallentato la produzione automobilistica nel periodo immediatamente seguente alla fase più acuta della pandemia.

Le prospettive per il resto dell’anno – almeno a sentire il parere dei concessionari – non sembrano essere particolarmente rosee e comunque siamo ancora decisamente al di sotto del livello di immatricolazioni precedente allo scoppio della pandemia.

Il mercato automobilistico italiano si caratterizza anche per una limitata vendita di auto elettriche o ibride plug-in (le cosiddette auto “con la spina“). Molti dei modelli attualmente in vendita sono ibridi senza spina: in pratica hanno una batteria di capacità ridotta che recupera l’energia in frenata, ma la percorrenza solo elettrica si limita a pochissimi chilometri.

Nel 2022 l’immatricolazione di nuove auto elettriche o ibride plug-in è stata pari all’8,8% del totale. Nei primi 8 mesi del 2023 c’è stato un certo risveglio nella vendita di auto completamente elettriche (BEV) mentre c’è stato un calo percentuale della quota di ibride plug-in (PHEV). Il caso più eclatante è stato senz’altro quello di Tesla che, grazie anche ad una aggressiva politica commerciale, ha sostanzialmente raddoppiato le sue immatricolazioni, arrivando a coprire il 2,6% delle immatricolazioni totali.

Complessivamente la quota di mercato delle auto “con la spina” è rimasta più o meno sugli stessi livelli del 2022 (che sono meno della metà del livello medio europeo). I motivi del ritardo italiano sono molteplici. Da una parte c’è un Governo che si attarda nella improbabile difesa delle “eccellenze motoristiche italiane” e tende ad additare l’auto elettrica come una sorta di “nemica della Patria“. La scarsità di infrastrutture ed i ritardi nell’attivazione dei nuovi punti di ricarica finanziati dal PNRR certamente non spingono i consumatori a rivolgersi verso i modelli d’auto alimentati – in tutto o in parte – ad energia elettrica. Bisogna inoltre considerare che – in assenza di incentivi e pur in presenza di una chiara tendenza alla riduzione dei prezzi – le auto elettriche (e ancora di più le ibride plug-in) hanno ancora costi elevati e – in questo momento – molti italiani si trovano con il portafoglio svuotato dall’inflazione.

Sembra che gli italiani si siano messi in attesa di vedere come andranno a finire le cose e, nel frattempo, si tengono le loro vecchie auto. Un dato significativo è quello del numero delle rottamazioni: nel 2019 sono state di poco superiori ad 1,5 milioni, valore sceso a poco più di 1 milione l’anno scorso. Quest’anno potrebbe scendere addirittura sotto la soglia psicologica del milione.

In altre parole, molti italiani disorientati dai messaggi della politica e con pochi soldi a disposizione cambiano la loro vecchia auto solo se sono costretti a farlo. Poco importa se le auto più vecchie non garantiscono adeguati livelli di sicurezza e sono una vera iattura per l’ambiente e per il clima.

Forse le cose si sbloccheranno quando arriveranno anche sul mercato italiano le auto elettriche low-cost di produzione cinese.

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