2023: andamento del mercato automobilistico italiano

I dati sulle immatricolazioni di autovetture nuove relativi all’anno 2023 mostrano un mercato in ripresa rispetto al 2022, ma ancora nettamente inferiore rispetto ai livelli pre-Covid (2019). L’Italia si caratterizza – in particolare – per una bassa propensione verso l’acquisto di auto elettriche. Questo dato conferma l’arretratezza del nostro Paese rispetto al tema della transizione energetica. Ci facciamo abbindolare da chi sostiene di voler difendere “l’eccellenza motoristica italiana” e continuiamo ad appestare l’aria delle nostre città con gli scarichi di auto sempre più vecchie e inquinanti.

Il dato relativo alle immatricolazioni 2023 mostra un mercato automobilistico in ripresa rispetto al 2022 (+19%), ma ancora indietro rispetto al dato pre-Covid (-18,3% rispetto al 2019).

L’aumento delle immatricolazioni di auto nuove è stato più forte nei primi mesi del 2023 anche grazie al contributo dei modelli ordinati nel 2022 e consegnati con grande ritardo a causa della carenza di componenti che si era verificata nel periodo immediatamente successivo alla fine della pandemia. Nel solo mese di dicembre 2023 la crescita rispetto allo stesso mese dell’anno precedente è stata pari al 5,9%, decisamente inferiore rispetto alla media dell’intero anno.

Se andiamo a vedere la distribuzione tra i diversi modelli di auto che sono stati acquistati dagli italiani, notiamo che la quota di veicoli elettrici è stata pari al 4,2 %. Nel 2022 la quota di auto elettriche era stata pari al 3,7% del totale: anche se il 2023 ha fatto registrare un aumento siamo sempre su livelli trascurabili rispetto alla media europea che sfiora il 15%. Alle auto solo elettriche si aggiungono le ibride plug-in pari al 4,4% del totale, in discesa rispetto al 5,1% del 2022.

La ritrosia dimostrata dagli italiani verso l’acquisto di auto elettriche è il frutto di una combinazione di diversi fattori. Il costo ancora elevato delle auto elettriche è certamente un elemento importante, ma non sufficiente per descrivere la situazione italiana: Paesi europei che hanno un reddito medio confrontabile con il nostro hanno una quota di mercato delle auto elettriche decisamente superiore rispetto a quella italiana.

Un elemento significativo è certamente legato alla propaganda di alcune forze politiche che si scagliano contro l’auto elettrica accusata di mettere a repentaglio “l’eccellenza motoristica italiana“. Questi cantori del “bel tempo che fu” dimenticano che il ruolo dell’Italia nella produzione di autovetture è in costante diminuzione ed ormai ridotto ad un livello abbastanza marginale, anche se c’è ancora una buona presenza nella produzione di componentistica.

Va tuttavia ricordato che le aziende dedicate alla produzione di componenti per auto lavorano a livello internazionale e che la sopravvivenza in Italia di un mercato locale fortemente incentrato sui motori a combustione interna non sarebbe sufficiente per salvaguardare la loro attività futura.

Invece di fare battaglie di retroguardia contro le auto elettriche sarebbe meglio porsi il problema della riconversione delle aziende italiane che attualmente producono componenti per motori a combustione interna e che sono inesorabilmente destinate ad un drastico ridimensionamento nel corso dei prossimi 2 decenni.

Le auto elettriche usano un numero di componenti decisamente inferiore rispetto alle auto tradizionali, ma soprattutto usano componenti diversi. Bisognerebbe riprogrammare lo sviluppo dell’intero settore, valorizzando le conoscenze che ci sono già in Italia (ad esempio, nel campo dei materiali magnetici e dell’elettronica automotive) e sviluppandone di nuove (ad esempio, nella produzione e nel riciclo delle batterie).

Tornando alle immatricolazioni del 2023, c’è un dato che – da solo – riassume il ritardo del nostro Paese nell’ambito della transizione energetica. Le emissioni medie di tutte le auto nuove immesse sul mercato italiano nel corso dell’anno appena trascorso sono state pari a 119,5 grammi di CO2 per ogni 100 km. Il dato è in aumento rispetto al 2022 (+0,7%). Siamo davvero in una situazione paradossale: invece di acquistare auto nuove che riducano le emissioni di CO2, gli italiani hanno acquistato auto che emettono – a parità di percorso – ancora più anidride carbonica.

Il quadro diventa davvero sconfortante se si analizza la struttura delle auto attualmente circolanti in Italia:

Struttura del parco macchine che circolano in Italia (stima UNRAE al 30 giugno 2023)

Notiamo che quasi 1/4 delle autovetture italiane non arrivano neppure ad EURO 4. Se includiamo anche EURO 4 si copre quasi la metà di tutte le autovetture circolanti in Italia. L’età media delle auto attualmente in circolazione è pari a circa 13 anni, quasi doppia rispetto al dato del 2009.

Il nostro Paese ha un enorme problema di auto troppo vecchie, potenzialmente molto pericolose sia per chi le utilizza che per l’ambiente. Purtroppo le revisioni biennali che devono essere fatte per legge si limitano ad una verifica molto superficiale e non impediscono che veicoli obsoleti continuino a circolare.

Vedremo se i nuovi incentivi che il Governo distribuirà nel 2024 serviranno ad affrontare concretamente questo problema. Parliamo complessivamente di circa 1 miliardo di Euro, anche se – almeno per il momento – sarà possibile accedere solo ad una minima parte di tali fondi. Siamo in Italia e mancano ancora i decreti di attuazione che servono per distribuire i nuovi fondi 2024 (dovrebbero essere pronti entro la fine del prossimo mese di febbraio). Gli unici movimenti che si osservano – almeno per il momento – sono quelli delle varie lobby collegate ai produttori di auto che si muovono – senza esclusione di colpi – per ottenere che la distribuzione degli incentivi premi i loro prodotti.

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