Orbán userà i fondi europei per sostenere la produzione di auto elettriche cinesi in Ungheria?

BYD – il colosso cinese che compete con Tesla per conquistare la posizione di primo produttore mondiale di auto elettriche – ha recentemente annunciato la costruzione della sua prima fabbrica europea di auto elettriche che sarà localizzata a Szeged (Ungheria). Lo scopo di BYD è quello di avvicinarsi ai suoi clienti europei, aggirando nel contempo i limiti alle importazioni di auto elettriche che l’Unione Europea potrebbe imporre nei confronti della Cina. Ha destato scalpore la notizia che il premier ungherese Orbán avrebbe intenzione di sostenere tale iniziativa usando i fondi europei REPowerEU.

La notizia ha sollevato un forte clamore ed è attualmente oggetto di una attenta valutazione da parte dei funzionari dell’Unione Europea. Secondo quanto sostenuto da un giornalista investigativo magiaro, il premier ungherese Orban avrebbe intenzione di usare una parte significativa dei fondi europei REPowerEU per sostenere BYD – big cinese nella produzione di auto elettriche – che sta costruendo proprio in Ungheria il suo primo stabilimento europeo.

Da tempo l’Unione Europea sta valutando la possibilità di aumentare i dazi sulle auto elettriche prodotte in Cina. Grazie ad un sistema di ricche sovvenzioni statali, i produttori di auto elettriche cinesi godono di condizioni di particolare favore che rendono i loro veicoli più competitivi anche rispetto alle auto prodotte in Cina da aziende non cinesi. Si stima che tali incentivi incidano per una quota pari al 20% del costo di produzione. Questo determina una situazione di concorrenza sleale che mette in grande difficoltà i produttori europei di auto elettriche (già in affanno a causa del ritardo con cui hanno affrontato la transizione dalle auto a motore termico verso le auto elettriche). Anche se la decisione finale non sarà presa prima del prossimo mese di novembre, sembra ormai certo che l’Unione Europea si avvii a mettere dazi aggiuntivi su molti modelli di auto elettriche prodotte in Cina.

A quanto pare, la fabbrica ungherese di BYD – invece dei sussidi cinesi – potrà godere di quelli ungheresi o meglio europei visto che i fondi del progetto REPowerEU provengono dalle tasse pagate da tutti i cittadini europei.

REPowerEU è un programma teso a favorire la transizione energetica potenziando lo sviluppo delle aziende europee. L’obiettivo è quello di aiutare i produttori europei a recuperare lo svantaggio esistente rispetto ai loro grandi competitori internazionali, in particolare cinesi e americani.

Appare paradossale che il premier Orbán accarezzi l’idea di usare tali fondi per finanziare BYD proprio per installare uno stabilimento che è studiato come una sorta di “cavallo di Troia” delle auto elettriche cinesi piazzato all’interno dei confini europei.

Ovviamente nulla osta che le aziende cinesi vengano in Europa a produrre le loro auto elettriche, ma se davvero vogliono farlo non possono aspettarsi che i cittadini europei sovvenzionino le loro aziende.

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