L’IEA (International Energy Agency) ha rilasciato il suo rapporto 2024 dedicato ai consumi elettrici mondiali. Il documento contiene anche le previsioni fino al 2026. A livello globale si segnala una forte crescita dei consumi di energia elettrica legata all’utilizzo di sistemi informatici legato all’uso crescente dell’intelligenza artificiale. Il previsto aumento dei consumi elettrici sarà soddisfatto quasi integralmente dalla messa in funzione di nuove sorgenti di energia rinnovabile. D’ora in avanti è previsto un progressivo calo delle emissioni globali di anidride carbonica dovute alla produzione di energia elettrica (con buona pace di chi ancora punta quasi esclusivamente sui combustibili fossili per soddisfare le esigenze energetiche dell’Italia).
Il rapporto 2024 rilasciato pochi giorni fa da IEA fa il punto sullo stato attuale dei consumi mondiali di energia elettrica e contiene le previsioni sulla evoluzione di tale mercato da oggi fino alla fine del 2026. Il documento è costituito da 170 pagine fitte di dati e grafici. Chi fosse interessato ad una sintesi può trovare qui il cosiddetto “executive summary“.
I consumi mondiali di energia elettrica sono cresciuti del 2,4% nel corso del 2023 (dato simile al 2,2% registrato nel 2022). Tale andamento non è stato omogeneo a livello globale. Mentre Cina, India ed altri Paesi asiatici hanno fatto registrare una forte crescita dei consumi elettrici, le cosiddette economie avanzate hanno registrato – sia nel 2022 che nel 2023 – un calo dei consumi. Tale calo non è frutto di politiche “virtuose” incentrate sull’implementazione di efficaci misure di risparmio energetico, ma è dovuto allo shock energetico registrato nel 2022 e della conseguente contrazione di numerose attività industriali particolarmente energivore.
Nel triennio 2024-26 si prevede un significativo aumento dei consumi di energia elettrica che dovrebbe interessare tutte le economie mondiali. L’aumento annuale globale da oggi fino al 2026 dovrebbe essere pari al 3,4%. Stiamo assistendo ad una progressiva elettrificazione dei consumi energetici mondiali che corrisponde ad un graduale abbandono delle fonti di energia fossile. Nel 2015 l’energia elettrica costituiva il 18% dei consumi energetici globali. Tale percentuale è salita al 20% nel 2023 e – se rispetteremo gli impegni assunti con l’accordo di Parigi – arriverà al 30% entro il 2030.
L’aumento più significativo dei consumi elettrici previsto da oggi fino al 2026 sarà legato all’informatica ed – in particolare – alla crescente diffusione di applicazioni basate sull’uso dell’intelligenza artificiale. Nel 2022 i centri per l’elaborazione dei dati informatici hanno consumato complessivamente 460 TWh (si legge terawatt-ora). Tale valore dovrebbe salire fino a circa 1.000 TWh nel 2026 (anno nel quale i consumi elettrici globali dovrebbero superare di poco i 30.000 TWh).
Nel triennio 2024-2026 i consumi globali di energia elettrica cresceranno di circa circa 3.000 TWh. Solo il 15% della crescita interesserà le economie “avanzate“, mentre il restante 85% riguarderà Cina, India ed altre economie del resto del Mondo:
Malgrado le ben note difficoltà economiche, ci aspettiamo che la Cina – da sola – registrerà quasi la metà dell’aumento di consumi elettrici globali.
Molti oggi parlano dell’India come un possibile nuovo competitore in grado di scalzare la Cina dalla testa delle statistiche mondiali. Questo è senz’altro vero per quanto riguarda i dati demografici. Se osserviamo i dati relativi ai consumi elettrici vediamo che l’India pur facendo prevedere un aumento significativo dei suoi consumi sarà ancora molto lontana – almeno fino al 2026 – rispetto alla Cina.
L’Unione Europa si segnala – a livello globale – come uno dei territori che hanno registrato un calo particolarmente significativo negli anni 2022 e 2023. In particolare il calo dei consumi delle aziende europee (circa -6% all’anno) è stato quasi doppio rispetto al calo complessivo che tiene conto anche dei consumi per uso civile. Se la situazione economica europea dovesse evolvere rispettando le previsioni più ottimiste si stima che i consumi di energia elettrica del “vecchio continente” non torneranno ai livelli del 2021 prima del 2026. In ogni caso l’aumento sarà dovuto principalmente alla crescita dei consumi elettrici legati all’informatica, alle auto elettriche ed alle pompe di calore, mentre i consumi industriali resteranno sotto ai livelli 2021.
La crisi energetica del 2022 ha avuto un’influenza molto negativa sulle aziende europee, specialmente quelle più energivore. Per tali aziende non sarà facile riaprire reali prospettive di sviluppo anche perché quello energetico è solo uno dei tanti problemi che le affliggono.
A livello globale, la buona notizia è che i maggiori consumi di energia elettrica previsti da oggi fino al 2026 saranno soddisfatti in grandissima parte ricorrendo ad energie rinnovabili:
Si vede chiaramente che le energie rinnovabili (barra verde) giocheranno un ruolo fondamentale per soddisfare le maggiori richieste di energia elettrica mentre ci sarà un notevole calo nell’utilizzo delle centrali termoelettriche alimentate a carbone (barra rossa). Un piccolo contributo positivo verrà dato dall’energia nucleare (barra gialla) grazie al completamento dei programmi di manutenzione delle centrali francesi ed alla messa in funzione di nuovi impianti localizzati principalmente in Cina.
Un ulteriore piccolo contributo all’aumento della produzione di energia elettrica sarà fornito dalle centrale termoelettriche alimentate a gas naturale (barra azzurra).
Complessivamente però ci sarà (finalmente!) un calo sostanziale nel ricorso ai combustibili di origine fossile e – a partire dal 2024 – assisteremo anche ad un calo delle emissioni globali di anidride carbonica legate alla produzione di energia elettrica. Si tratta di un segnale importante che conforma quanto sta accadendo da tempo nelle economie avanzate, ma che sarà reso possibile da un calo delle emissioni cinesi che dovrebbero avere raggiunto il loro massimo nel 2023.
Continueranno a crescere le emissioni di CO2 legate alla produzione di energia elettrica in India ed in altri Paesi del Sud-Est asiatico, ma il dato mondiale complessivo inizierà a scendere. Ancora troppo poco per poter sperare di contrastare efficacemente il riscaldamento globale, ma certamente un segnale che va nella giusta direzione.
Lascia un commento