Il 18 marzo ENEL ha rilasciato il consuntivo sulla sua produzione relativa all’anno 2023. La produzione di energia elettrica di ENEL è localizzata principalmente in Italia, Spagna ed in America Latina. I numeri relativi alla produzione realizzata nel corso del 2023 mostrano un calo (-7,7%) rispetto all’anno precedente pur in presenza di un significativo aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili (+12,9%). Includendo anche la quota di energia nucleare (leggermente calata rispetto al 2022), la frazione di energia elettrica “carbon-free” prodotta da ENEL è cresciuta dal 61% del 2022 al 73,2% registrato nel 2023.
ENEL è una piccola multinazionale dell’energia elettrica. Le centrali ENEL – localizzate principalmente in Italia, Spagna e America Latina – hanno prodotto nel 2023 poco più di 220 mila GWh. Il dato è in calo del -7,7% rispetto al 2022 anche se si registrano tendenze molto contrastanti a seconda del tipo di sorgente considerata. Solare ed eolico hanno coperto nel 2023 il 29% della produzione (era il 24% nel 2022). Una quota analoga è stata fornita dalle centrali idroelettriche (29,4% del totale nel 2023, contro il 22,7% dell’anno precedente).
Analizzando i dati più in dettaglio si osserva che i consistenti aumenti fatti registrare sia dall’idroelettrico che dalla coppia solare ed eolico hanno origini completamente differenti. Nel caso delle centrali idroelettriche non c’è stato un significativo aumento della capacità produttiva installata e l’aumento della produzione è legato quasi esclusivamente all’andamento delle precipitazioni (ricordo che nel 2022 l’Europa era stata colpita da una grave siccità). Nel caso del solare e dell’eolico l’aumento della produzione è legato alla installazione di nuovi impianti ed è quindi il frutto di investimenti specificamente dedicati alla transizione energetica.
La produzione da centrali termoelettriche alimentate a combustibili fossili è calata significativamente: copriva il 39% della produzione totale nel 2022 mentre nell’anno successivo si è ridotta al 26,8%. Tale andamento è dovuto – probabilmente – all’aumento dei prezzi dei combustibili fossili che li hanno resi meno competitivi per la produzione di energia elettrica.
Fin qui abbiamo analizzato i principali dati globali. Se andiamo a vedere quello che è successo nei singoli mercati nazionali ed – in particolare – in Italia si nota il forte aumento della produzione idroelettrica dovuto alla già ricordata fine della siccità ed il contributo pressoché inesistente della produzione di energia fotovoltaica (solo lo 0,2% della produzione totale di ENEL in Italia, dato che si scontra con il 7,1% della produzione ENEL a livello globale).
Come facevo già notare in un post pubblicato lo scorso anno, ENEL riempie i suoi spot pubblicitari di pannelli solari, ma – almeno in Italia – di energia solare ne utilizza assai poca (a differenza di quanto succede in Spagna dove il solare fornisce il 4,5% della produzione totale, valore che raddoppia sostanzialmente quando consideriamo la produzione di ENEL in America Latina).
Considerato il potenziale produttivo dell’energia fotovoltaica di molte regioni italiane viene spontaneo domandarsi perché ENEL non investa sul solare anche in Italia. Forse, prima di affannarsi a cercare forniture di combustibili fossili nei Paesi africani, il Governo italiano dovrebbe spingere affinché ENEL si impegni veramente per valorizzare le potenzialità del nostro Paese nella produzione di energia fotovoltaica.
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