“Andare a 30 all’ora in città aumenta l’inquinamento”: un esempio palese di malafede informativa

Nei giorni scorsi i principali quotidiani nazionali hanno dato ampio spazio ad una “notizia” legata ad uno studio sulla mobilità urbana effettuato dal prestigioso MIT di Boston. Come commenta amaramente il prof. Carlo Ratti, direttore del laboratorio MIT che ha svolto la ricerca i risultati dello studio sono stati completamente travisati. Tutte le volte che si mettono in discussione i vecchi modelli di gestione dell’automobile si scatena il fuoco di fila della disinformazione. Siamo di fronte a veri e propri casi di malafede informativa.

Uno studio svolto presso il Senseable City Lab del MIT (Boston, USA) diretto dal prof. Carlo Ratti ha dimostrato che la riduzione a 30 km/h della velocità massima nei centri urbani ha prodotto una sensibile riduzione degli incidenti stradali (-23%), con un calo particolarmente elevato dei feriti (-38%) e dei morti (-37%). Non è poco considerato che i centri urbani sono tra i posti più pericolosi, sia per i pedoni (specialmente bambini ed anziani) che per i ciclisti.

I risultati della ricerca sono stati presentati in un recente convegno, ma la notizia che è stata ripresa dalla stampa italiana è che il limite dei 30 km/h comporta un aumento dei tempi di percorrenza che – a seconda dei casi – può andare dai 2 fino a ben (sic!) 89 secondi e si registra anche un lieve aumento delle emissioni di CO2 e di particolato che crescerebbero, rispettivamente, dell’1,5% e del 2,7%.

L’aumento delle emissioni (che dipende molto anche dallo stile di guida) deriva dal fatto che i motori a combustione interna sono ottimizzati per andare a velocità comprese tra 70 ed 80 km/h. Si tratta di un vincolo di natura termodinamica che non esiste – ovviamente – per i veicoli a trazione elettrica.

Nessuna persona di buon senso proporrebbe di aumentare a 75 km/h la velocità massima nei centri cittadini al fine di ridurre le emissioni. Chiaramente se si scende da 50 a 30 km/h dobbiamo aspettarci un piccolo aumento delle emissioni, ma invece di preoccuparci di questo aspetto faremmo meglio a incentivare il passaggio alle auto elettriche (o almeno ibride plug-in) che il problema delle emissioni lo risolvono alla radice. Per compensare l’aumento delle emissioni che avviene passando da 50 a 30 km/h basta sostituire il 2% del parco di auto circolanti nei centri urbani con modelli a trazione elettrica.

Leggendo gli articoli che sono stati pubblicati dai quotidiani italiani sembrerebbe che limitare la velocità delle auto nei centri urbani non serva a nulla e sia addirittura controproducente dal punto di vista ambientale e climatico. La verità è un’altra come spiega il prof. Ratti in una recente intervista. Oltre a ridurre significativamente il numero di morti e feriti a causa degli incidenti stradali, il limite dei 30 km/h favorisce anche un miglioramento generale della qualità della vita nei centri urbani.

Purtroppo in Italia c’è una potente lobby che si oppone ad ogni tentativo di limitare l’uso “selvaggio” delle auto. In nome di un incomprensibile “libertà di movimento” si fa di tutto per bloccare qualsiasi iniziativa che mitighi i danni provocati dalla circolazione delle auto, anche se questo va a scapito di altri cittadini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.