L’incidenza di infarti ed ictus è più bassa dopo la vaccinazione per la Covid-19

Uno dei cavalli di battaglia dei movimenti no-vax è quello delle morti improvvise dovute ad infarti ed ictus che colpirebbero le persone vaccinate. Tutte le volte che le cronache riportano episodi di questo tipo i siti no-vax pullulano di commenti che – in modo del tutto arbitrario – attribuiscono tali eventi alla vaccinazione (a meno che la persona colpita non sia uno di loro). In realtà si tratta di una colossale bufala che qualcuno prende per buona solo perché viene ripetuta in modo ossessivo. Una recente ricerca che ha riguardato buona parte della popolazione inglese mostra che i vaccini Covid-19 non solo non provocano maggiori casi di infarto ed ictus, ma addirittura riducono di oltre il 20% la probabilità di contrarre forme gravi di patologie cardiovascolari nell’arco dei 2 anni successivi al momento della vaccinazione.

Un comunicato rilasciato dall’Università di Cambridge (UK) sintetizza i risultati di un lavoro pubblicato su Nature Communications nel quale si riportano i risultati di una analisi delle problematiche di natura cardiovascolare riscontrate nella quasi totalità della popolazione inglese dopo la vaccinazione per la Covid-19.

Lo studio ha riguardato sia gli effetti a breve termine, che quelli riscontrati su tempi più lunghi (fino a 2 anni dopo la vaccinazione). L’analisi è stata fatta analizzando le schede sanitarie di 46 milioni di cittadini inglesi. I dati confermano l’esistenza di alcuni rari effetti collaterali legati alla vaccinazione (in particolare quelli ben noti collegati al vaccino Astrazeneca) che si manifestano nelle settimane immediatamente successive alla somministrazione del vaccino. Se si estende l’analisi a tempi più lunghi (fino a 2 anni) si nota invece che le persone vaccinate hanno una probabilità di manifestare gravi patologie cardiovascolari (infarto ed ictus) inferiore di almeno il 20% rispetto a quelle non vaccinate. Un analogo andamento si manifesta per gli eventi trombotici venosi, principalmente embolia polmonare e trombosi venosa profonda degli arti inferiori.

Il risultato è importante perché smonta uno dei mantra più diffusi negli ambienti no-vax. Spesso – di fronte a morti improvvise dovute ad infarti o ictus – siamo bombardati dai commenti no-vax che attribuiscono tali eventi alla vaccinazione. La realtà è esattamente opposta perché le persone vaccinate mostrano un rischio cardiovascolare decisamente inferiore rispetto ai non vaccinati. I rischi legati ai rari effetti negativi legati alla vaccinazione sono ampiamente compensati dal minore rischio di contrarre ictus ed infarti nei 2 anni successivi rispetto al momento della vaccinazione.

Ovviamente il risultato di questo lavoro deve essere contestualizzato. Infatti non è assolutamente detto che la vaccinazione Covid-19 fornisca una protezione diretta rispetto alle malattie cardiovascolari. L’effetto potrebbe essere indiretto perché il vaccino protegge rispetto alla possibilità di contrarre forme di Covid-19 particolarmente gravi e l’eccesso di eventi di natura cardiovascolare per i non vaccinati potrebbe essere un effetto collaterale proprio delle forme più gravi di Covid-19. Al momento non disponiamo di dati sufficienti per dimostrare in modo inconfutabile tale ipotesi, che è comunque abbastanza ragionevole.

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