Nel corso degli ultimi mesi il prezzo dell’argento ha registrato un balzo sostanziale, ancora più grande di quello dell’oro. A differenza dell’oro, l’argento non è un “bene rifugio” che viene tesaurizzato dalle Banche centrali, ma trova numerose applicazioni industriali alcune delle quali sono particolarmente rilevanti nell’ambito della transizione energetica. Secondo molti esperti del settore la produzione mondiale dell’argento sarebbe ormai arrivata al valore massimo e nel prossimo futuro possiamo solo aspettarci che la produzione diminuisca. A differenza di quanto accade per altri materiali, il riciclo dell’argento non è sempre semplice e solo il 20% della domanda annuale di argento è coperta da metallo riciclato.
Se in qualche cassetto avete ancora una scatola piena delle belle monete d’argento da 500 lire (Caravelle) coniate tra il 1957 ed il 2001 dalla Repubblica Italiana non svendetele.
Nel corso degli ultimi mesi il prezzo dell’argento ha mostrato una tendenza al rialzo la cui causa non va ricercata nell’utilizzo dell’argento per fare bende e cerotti medicati come sembra suggerire un curioso articolo apparso oggi sul Sole 24 Ore. Certamente l’argento trova anche utilizzi in campo medico grazie alle sue ben note proprietà antibatteriche, ma i suoi utilizzi principali riguardano il settore elettronico, le energie rinnovabili (in particolare i pannelli fotovoltaici), le auto elettriche e la chimica (catalisi di ossido di etilene e formaldeide). L’argento è anche molto apprezzato per fare oggetti per la casa e bigiotteria.
Dal punto di vista fisico, l’argento ha ottime capacità di conduzione della corrente elettrica (decisamente migliori rispetto a quelle del rame) che ne fanno un conduttore ideale in molte applicazioni, soprattutto quando si opera ad alta frequenza. L’argento ha anche ottime caratteristiche dal punto di vista delle conducibilità termica che lo rendono particolarmente interessante per realizzare dissipatori termici ad alta efficienza. Una ulteriore caratteristica è quella della riflettività che rende l’argento ideale per la costruzione di specchi di alta qualità.
Spesso l’argento è impiegato in produzioni di massa dove ogni dispositivo richiede solo piccole quantità di metallo. Questo tipo di utilizzo rende poco efficienti i sistemi di riciclo perché la concentrazione di argento nei singoli dispositivi è comunque bassa. Attualmente si effettua un efficace riciclo dell’argento solo per i prodotti usati nell’industria chimica (catalizzatori), per i gioielli e per l’oggettistica d’argento. Solo il 20% circa della domanda di argento è soddisfatta da materiale riciclato, mentre l’80% proviene da metallo estratto in miniera.
Per molti anni una fonte abbondante di argento è stata costituita dalla fusione delle monete d’argento che fino alla metà del secolo scorso venivano coniate correntemente, ma poi sono state quasi completamente abbandonate per essere sostituite dalla monetazione cartacea (e più recentemente dai sistemi di pagamento elettronico).
La produzione mondiale delle miniere d’argento nel 2023 ammontava a circa 830 milioni di once (1 oncia = 28,35 g). Il principale produttore mondiale è il Messico con poco più di 200 milioni di once, seguito da Cina e Perù ambedue con una produzione di poco superiore ai 100 milioni di once. Solo una parte delle miniere estrae l’argento come prodotto primario. In molti casi l’argento è un sottoprodotto dell’estrazione di altri metalli come piombo, stagno e rame.
La domanda crescente di argento è legata soprattutto alla produzione di pannelli fotovoltaici e di auto elettriche e sta producendo effetti significativi sui mercati finanziari internazionali (innescando anche notevoli speculazioni di carattere meramente finanziario!). In taluni casi ci sono Paesi come l’India che – in vista di un forte sviluppo dei loro settori industriali legati alla transizione energetica – stanno effettuando massicci acquisti di argento.
Questa situazione ha determinato – a partire dal 2021 – una sistematica carenza di offerta sul mercato internazionale dell’argento. Nel 2022 – complice anche l’effetto legato alla fine della pandemia – la domanda di argento ha superato di circa 250 milioni di once il valore della produzione annuale (estrazione di nuovo metallo e riciclo). Nel 2023 il deficit si è attestato intorno ai 150 milioni di once e per i prossimi anni sembra destinato ad aumentare.
Difficilmente l’aumento della domanda potrà essere soddisfatto aumentando l’attività mineraria. Ovviamente si può fare molto per migliorare i processi di riciclo dell’argento (e di altri materiali) partendo dai dispositivi elettronici dismessi, ma questo richiede notevoli investimenti soprattutto nei Paesi dove – giustamente – c’è più attenzione per gli effetti ambientali e climatici dei processi produttivi.
Al momento, l’unica alternativa è quella di riciclare l’argenteria di casa (quella vera, non quella a basso titolo) e le antiche monete. Nel caso in cui decidiate di vendere la scatola delle 500 lire d’argento (Caravelle) che vi ha lasciato in eredità la nonna fate comunque attenzione all’orientamento delle bandierine che appaiono al rovescio delle monete. Se le bandierine sono controvento siete i fortunati possessori di una moneta di prova coniata nel 1957 che vale molto di più dell’argento in essa contenuto.
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