-
L’auto europea tra scandali, ritardi tecnologici e disastri finanziari
Oggi è stata una giornataccia per Stellantis che – dopo aver annunciato una drastica revisione al ribasso delle sue previsioni finanziarie – ha subito un pesante crollo borsistico. Le cose non vanno meglio per i giganti dell’auto tedesca che stanno perdendo colpi a vista d’occhio. I produttori d’auto europei stanno attraversando un lunga crisi innescata…
-
Cattura e sequestro dell’anidride carbonica: una concreta speranza o una falsa promessa?
Un articolo apparso su Nature Climate Change analizza lo sviluppo degli impianti di cattura e sequestro della CO2 (in inglese Carbon Capture and Storage – CCS) e valuta l’impatto che tali tecnologie potranno avere per mitigare la crescita delle temperature medie globali nel corso di questo secolo. Difficilmente si riuscirà ad installare impianti capaci di…
-
Deposito delle scorie nucleari: “three is megl che uan!”
Di fronte alla nuova uscita del ministro Pichetto Frattin con ci rimane che citare la vecchia pubblicità del gelato Maxibon che i “diversamente giovani” ricordano molto bene (risale al 1995). Ma aldilà della triplicazione dei depositi, la parte più sconcertante della proposta è quella di lasciare all’estero (Francia e Inghilterra) le scorie più pericolose prodotte…
-
L’approccio italiano ai disastri climatici: “Si salvi chi può!”
ttps://www.huffingtonpost.it/blog/2024/09/20/news/lignoranza_della_gravita_della_crisi_climatica_e_diffusa_e_costosa-17023503/?ref=HHTP-BH-I16998108-P8-S5-T1
-
Una tecnologia che risale all’età del bronzo potrebbe svolgere un ruolo importante per sostenere la transizione energetica
Un articolo pubblicato recentemente su PNAS Nexus analizza il problema dell’immagazzinamento dell’energia sotto forma di calore a temperatura elevata (superiore ai 1000 °C) e al suo successivo utilizzo in ambito industriale. Il cuore dei sistemi di immagazzinamento del calore potrebbe essere costituito da mattoni refrattari, una tecnologia a basso costo che risale all’età del bronzo…
-
Quando clima e ambiente non vanno d’accordo
Un articolo apparso su Nature Geoscience analizza l’aumento dei fenomeni meteorologici estremi (picchi di calore e precipitazioni eccessive) associato all’aumento delle temperature medie globali. A seconda che si raggiungano gli obiettivi previsti dagli accordi di Parigi oppure che si lascino le emissioni di gas climalteranti sostanzialmente inalterate l’aumento dei fenomeni meteorologici estremi potrebbe interessare una…
-
Nucleare all’italiana: molti annunci, ma poca sostanza
Confindustria ha preso recentemente posizione per il rilancio dall’energia nucleare in Italia e si moltiplicano gli annunci di nuove iniziative industriali che potrebbero contribuire a riattivare il settore. In realtà lo stato attuale dell’industria nucleare italiana è prossimo allo zero. Le poche iniziative concrete sono ancora allo stato embrionale e spesso devono essere sviluppate all’estero…
-
L’idrogeno “verde” è davvero tale?
Un articolo apparso recentemente su Nature Energy analizza in modo esteso le emissioni (indirette) di anidride carbonica legate alla produzione del cosiddetto idrogeno “verde” ovvero quello ottenuto dissociando acqua tramite un elettrolizzatore alimentato da fonti di energia rinnovabile. Se si tiene conto di tutti i fattori in gioco talvolta l’idrogeno “verde” non è particolarmente vantaggioso…
-
I dati di Copernicus confermano la tendenza verso l’aumento delle temperature medie globali
Mese dopo mese, i dati rilevati nell’ambito del progetto europeo Copernicus confermano una consolidata tendenza verso l’aumento delle temperature medie globali. Ormai siamo vicini alla soglia di +1,5°C rispetto ai valori medi dell’epoca pre-industriale che era stata fissata dagli accordi di Parigi come limite invalicabile. Di fronte a tali evidenze non si registrano segnali di…
-
L’inverno demografico contrasterà – almeno in Europa – il riscaldamento globale?
I modelli che si utilizzano per prevedere l’andamento futuro della temperatura media globale devono tener conto di moltissimi parametri e sono caratterizzati da ampi margini di incertezza. A parità di altri fattori, il risultato finale dipende criticamente anche dall’andamento demografico: un maggior numero di abitanti comporta fatalmente un aumento dei consumi energetici che non sempre…