Il gruppo di lavoro Global Carbon Budget che analizza le emissioni di CO2 di origine antropica ha elaborato le sue previsioni per l’anno 2024. I dati sono ancora soggetti ad un certo margine di incertezza perché mancano i valori definitivi relativi agli ultimi mesi dell’anno, ma la tendenza generale è ormai ben consolidata. Il risultato sconfortante è che non c’è ancora alcun segno di inversione e che le emissioni continuano ad aumentare.
Anche se il 2024 mostra un aumento delle temperature medie globali molto vicino a 1,5°C (quello che era stato fissato come “limite invalicabile” dagli accordi di Parigi del 2015) non si vede ancora una inversione di tendenza nelle emissioni di anidride carbonica di origine antropica. La situazione è attentamente monitorata da un gruppo di studio internazionale che ha recentemente pubblicato le sue stime relative all’anno che si sta per concludere. Si tratta ovviamente di dati provvisori perché mancano i valori relativi agli ultimi mesi del 2024, ma la stima è ormai molto attendibile e ci aspettiamo che i dati definitivi non saranno molto diversi rispetto alle valutazioni attuali.
Ecco quali sono i punti principali per l’anno 2024:
- Le emissioni di anidride carbonica legate all’utilizzo di combustibili fossili ammonteranno a 37,4 miliardi di tonnellate, in crescita dello 0,8% rispetto al 2023. A queste si aggiungono 4,2 miliardi di tonnellate dovute alle trasformazioni del territorio (ad esempio, incendi e deforestazione), arrivando ad un totale di 41,6 miliardi di tonnellate di CO2. Complessivamente parliamo di 1 miliardo di tonnellate in più rispetto al 2023: parte di tale aumento potrebbe essere dovuto ad effetti temporanei legati alla presenza del fenomeno meteorologico noto come El Niño.
- Circa la metà delle emissioni di CO2 di origine antropica saranno catturate dagli ecosistemi terrestri e marini, mentre l’altra metà andrà ad aumentare la concentrazione di CO2 presente nell’atmosfera.
- I livelli di CO2 atmosferica sono destinati a raggiungere 422,5 parti per milione nel 2024, 2,8 parti per milione in più rispetto al 2023 e il 52% in più rispetto ai livelli preindustriali.
- Le emissioni legate all’uso dei combustibili fossili aumenteranno in modo differenziato: il carbone (responsabile del 41% delle emissioni di origine fossile) aumenterà solo dello 0,2%, ma – considerata l’incertezza delle stime attuali – alla fine il dato del 2024 potrebbe essere anche leggermente negativo. L’aumento principale (2,4%) si registrerà per il gas naturale (responsabile del 21% delle emissioni di origine fossile), mentre per il petrolio si prevede un aumento dello 0,9%.
- Le emissioni della Cina (32% del totale globale) aumenteranno marginalmente dello 0,2%, ma – considerato il margine di incertezza delle previsioni – potrebbero anche diminuire leggermente. Si tratta di una buona notizia, considerato il ruolo della Cina come “fabbrica del mondo“, ma non è chiaro se tale tendenza sia legata a cambiamenti strutturali delle politiche climatiche cinesi o sia dovuto solo ad un temporaneo rallentamento dell’economia.
- Si prevede un leggero calo delle emissioni degli Stati Uniti (-0,6%) che – da soli – sono responsabili del 13% delle emissioni globali. Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, le previsioni per il 2025 non sono particolarmente ottimistiche.
- L’Europa genera il 7% delle emissioni globali. Nel 2024 le emissioni europee caleranno del -3,8% rispetto all’anno precedente. Un dato non sufficiente – da solo – per invertire l’andamento globale anche perché potrebbe essere solo il frutto della chiusura di attività industriali particolarmente energivore che sono state delocalizzate in Paesi meno attenti agli aspetti ambientali e climatici. Siamo “virtuosi” a casa nostra, ma non è detto che le aziende europee siano altrettanto virtuose quando gestiscono le loro produzioni in Asia o in Africa.
- Si prevede un forte aumento delle emissioni dell’India (+4,6%). L’India attualmente è responsabile dell’8% delle emissioni globali, ma considerato il tasso di aumento delle emissioni tale quota potrebbe crescere nei prossimi anni. Una tendenza preoccupante, soprattutto alla luce del crescente ruolo giocato dall’India come produttore di livello mondiale e della scarsa considerazione che le autorità politiche indiane pongono rispetto ai temi del rispetto dell’ambiente e della prevenzione del riscaldamento globale.
- Il resto del mondo (38% delle emissioni globali) aumenterà le sue emissioni di anidride carbonica di circa l’1%:
- I trasporti internazionali (aerei e navi, responsabili del 3% delle emissioni globali) produrranno una quantità di anidride carbonica in aumento del 7,8% rispetto al 2023, pur rimanendo ancora su livelli inferiori rispetto a quelli precedenti alla pandemia di Covid-19.
- Le emissioni legate alle modifiche apportate al suolo mostrano una tendenza a ridursi nel corso degli ultimi 10 anni, ma il 2024 ha fatto registrare una crescita di tali emissioni, probabilmente legata anche agli effetti indiretti de El Niño.
- Le emissioni degli incendi nel 2024 sono state superiori alla media dall’inizio della registrazione satellitare nel 2003, in particolare a causa dell’estrema stagione degli incendi boschivi del 2023 in Canada (che è continuata nel 2024) e dell’intensa siccità in Brasile.
Complessivamente, il quadro che emerge dimostra che non c’è in atto una seria politica di contenimento delle emissioni globali. Tutti pensano che spetti agli altri fare il primo passo ed intanto il livello dell’anidride carbonica nell’atmosfera continua a crescere.
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