I veicoli a trazione elettrica richiedono interventi di manutenzione molto meno onerosi rispetto ai veicoli dotati dei tradizionali motori a combustione interna. Gli avversari delle auto elettriche fanno però notare che – in caso di degrado delle batterie – le auto elettriche devono subire costosi interventi di manutenzione straordinaria. Uno studio pubblicato recentemente su Nature Energy evidenzia che la durata delle batterie installate sulle auto elettriche è molto più lunga rispetto a quanto inizialmente stimato.
Una delle caratteristiche meno note delle auto elettriche è quella dei ridotti costi di gestione. A differenza delle auto dotate di motori a combustione interna, la auto elettriche non fanno uso di oli lubrificanti, di guarnizioni operanti ad alta temperatura e di altri componenti che devono essere cambiati con una certa frequenza per assicurare il corretto funzionamento del motore.
I critici delle auto elettriche preferiscono far notare che le batterie potrebbero richiedere costosissimi interventi di manutenzione straordinaria. Su YouTube è possibile vedere il video di un autista svedese che fa saltare in aria la sua Tesla dopo che il concessionario locale gli aveva presentato un preventivo giudicato esorbitante per la sostituzione delle batterie ormai esaurite. Non sono in grado di dirvi se il video corrisponda ad un caso reale oppure sia solo una “bufala“, ma non c’è dubbio che qualsiasi batteria è destinata ad un progressivo calo della sua capacità di carica man mano che si susseguono i diversi cicli di carica e scarica.
Ad un certo punto, il degrado accumulato porta ad una sensibile limitazione della autonomia dell’auto e si pone quindi il problema della sostituzione della batteria.
Nel corso degli ultimi 15 anni il costo delle batterie al litio installate sulle auto elettriche ha registrato un calo che sfiora il 90% (a parità di capacità di carica iniziale). Il calo è stato notevolissimo ed è destinato a proseguire ulteriormente (siamo solo all’inizio della fase di sviluppo delle auto elettriche). Tuttavia – malgrado la forte riduzione dei costi – attualmente le batterie incidono ancora per circa 1/3 sul costo di produzione di una autovettura elettrica.
In altre parole, sostituire le batterie di un’auto elettrica è un intervento particolarmente oneroso, talmente elevato da spingere a valutare se – invece di sostituire la batteria – non sia il caso di rottamare l’intero veicolo.
I test fatti negli anni recenti dai costruttori di auto elettriche assicurano che le batterie che vengono montate attualmente potranno effettuare almeno 1.000 cicli di scarica e scarica. Considerando che ogni carica permette di percorrere almeno 300 km, 1.000 cicli corrispondono ad una percorrenza complessiva pari a circa 300 mila km. Per un utente “medio” che percorra 25 mila km all’anno, questo corrisponde a 12 anni di utilizzo.
Uno studio recente pubblicato su Nature Energy ha evidenziato che i dati attualmente forniti dalle case costruttrici di veicoli elettrici sono eccessivamente pessimisti e sottostimano la durata reale delle batterie. Secondo gli Autori l’errore è dovuto alle modalità di test impiegate per valutare l’invecchiamento delle batterie. In pratica le prove di laboratorio vengono fatte adottando una procedura accelerata costituita da cariche e scariche quasi complete che si susseguono una dopo l’altra. Sarebbe come se prendessimo la nostra auto per fare 300 km “a tavoletta” e – dopo aver ricaricato le batterie – ripartissimo immediatamente per altri 300 km (e così via). Si tratta evidentemente di una situazione irrealistica. Nella realtà il ciclo d’utilizzo di un’auto è molto più variegato ed alterna accelerazioni e decelerazioni, soprattutto quando ci muoviamo in un ambiente urbano.
Se si considerano situazioni più realistiche si nota che la durata effettiva delle batterie (fissata tipicamente al momento in cui la capacità di carica si è ridotta all’80% rispetto al valore iniziale) è maggiore di circa il 40% rispetto a quanto stimato usando il test di invecchiamento attualmente in uso. Questo significa aggiungere circa 120 mila km ai 300 mila km stimati precedentemente, passando da 12 a circa 17 anni di utilizzo per un utente che percorra mediamente 25 mila km all’anno.
Questi numeri ci dicono che – dal punto di vista pratico – la durata delle batterie non rappresenta un problema concreto per la maggior parte degli utilizzatori di auto elettriche, sfatando un mito caro ai denigratori di tali veicoli.
Concludo questo post fornendovi alcuni dati aggiornati sulle vendite mondiali di auto elettriche. Secondo i dati di Rho Motion (una società specializzata in analisi di mercato nel settore automobilistico) nel mese di novembre 2024 sono state immatricolate – a livello mondiale – 1,83 milioni di vetture elettriche (numero che comprende i modelli puramente elettrici e quelli ibridi plug-in), con una crescita del 38,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Le vendite in Cina sono state pari a 1,27 milioni (+50% rispetto al mese di novembre 2023), mentre negli USA e in Canada sono stati venduti 170 mila veicoli (+ 16,8% rispetto al mese di novembre del 2023). In Europa le vendite sono state 270 mila, in lieve calo rispetto allo stesso periodo del 2023. Nel resto del mondo le vendite sono rimaste invariate rispetto al mese di novembre 2023.
Si conferma il fatto che il mercato cinese delle auto elettriche “galoppa” trascinato dai prezzi abbordabili delle vetture prodotte da BYD e dalle altre aziende locali. Non si tratta – come sostiene qualcuno – di un effetto legato a “manipolazioni di mercato“, ma è il frutto di una forte innovazione tecnologia, spinta da una ricerca di qualità e da una previdente ed oculata politica di approvvigionamento delle materie prime. Ciò ha portato ad una sostanziale riduzione dei prezzi rendendo le auto elettriche più competitive rispetto ai modelli dotati di motore a combustione interna.
Il mercato europeo è in affanno, affossato dalla incapacità dei costruttori locali di seguire il processo di innovazione tecnologica e dai costi eccessivi che ormai hanno reso (tutte) le automobili un bene irraggiungibile per molti cittadini.
Purtroppo – a mio avviso – le cose sono destinate a peggiorare ulteriormente perché le aziende europee hanno un ritardo abissale anche nello sviluppo del software di gestione e di guida autonoma. In questo campo, la leadership dei costruttori cinesi è contrastata solo da Tesla e da pochi altri costruttori mondiali.
Molti in Italia – guardando all’orticello di casa nostra – si stanno lanciando in altisonanti annunci secondo cui l’auto elettrica sarebbe morta e sepolta. Si illudono (poveretti!) di contrastare l’avanzata cinese alzando barriere doganali e protraendo sine die la costruzione di auto dotate di motore a combustione interna. Purtroppo le evoluzioni tecnologiche non si fermano con i dazi.
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