Anche le termiti – nel loro piccolo – contribuiscono all’effetto serra

Le emissioni di CO2 antropogenica giocano un ruolo fondamentale nella generazione del cosiddetto “effetto serra“, ma non sono certamente l’unica causa all’origine di tale fenomeno. Un ruolo importante è giocato dal metano, ma nel bilancio complessivo non vanno trascurati altri gas. Uno studio recente ha messo in evidenza come il fluoruro di solforile (SO2F2) – un pesticida comunemente usato per combattere le termiti ed altri insetti del legno – possa contribuire in modo significativo all’effetto serra. La cosa interessante è che la California – da sola – è responsabile di una frazione significativa delle emissioni mondiali di SO2F2. Se tutto il mondo usasse il fluoruro di solforile a livelli californiani l’obiettivo “net zero emission” diventerebbe ancora più difficile da raggiungere.

Lo Stato della California si distingue – a livello mondiale – per le sue politiche di contrasto al cambiamento climatico. Le condizioni del territorio californiano ed – in particolare – l’esposizione a sistematici problemi di incendio e siccità hanno convinto i cittadini ed i governanti californiani ad adottare misure volte a contrastare – nel modo più efficace possibile – il fenomeno del riscaldamento globale. Eppure – contrariamente a quanto molti credono – la California non è il “paradiso” degli amici del clima.

La California, come succede in gran parte degli Stati Uniti, costruisce molte delle sue abitazioni facendo largo ricorso al legno. Purtroppo le case californiane sono esposte a grossi problemi di infestazione da parte delle termiti. La situazione è particolarmente critica nelle zone costiere, caratterizzate da un clima caldo ed umido. Se non adeguatamente contrastati, gli attacchi delle termiti possono pregiudicare in tempi relativamente brevi la stabilità delle abitazioni.

Per combattere le termiti si ricorre all’utilizzo di pesticidi che vengono utilizzati per trattare le strutture costruite in legno e che – in gran parte – finiscono per essere dispersi nell’atmosfera. In passato si usavano prodotti a base di bromuro di metile (CH3Br) che oggi sono stati abbandonati perché contribuivano alla formazione del cosiddetto “buco dell’ozono“. Il pesticida che oggi viene usato più frequentemente è il fluoruro di solforile (SO2F2).

Le emissioni di questo prodotto non attaccano l’ozono presente negli alti strati dell’atmosfera, ma purtroppo producono un notevole effetto serra (proprietà che è stata scoperta solo recentemente perché – fino al 2009 – il fluoruro di solforile non era neppure considerato tra i possibili gas serra).

La California – da sola – rilascia ogni anno nell’atmosfera 0.26 ( ± 0.10) milioni di tonnellate di SO2F2, una quota che corrisponde al 5.5–12% delle emissioni globali. La stima è stata ottenuta utilizzando le informazioni fornite dal NOAA Global Greenhouse Gas Reference Network (GGGRN), una rete di raccolta dati sulla presenza di gas serra nell’atmosfera terrestre che utilizza diversi sistemi di misura distribuiti a livello mondiale, ma che fornisce informazioni molto dettagliate solo nel caso degli Stati Uniti.

Secondo i dati ufficiali, nel periodo compreso tra il 2007 ed il 2019 – grazie alle sue politiche attive per la riduzione delle emissioni climalteranti – la California è riuscita a tagliare mediamente le emissioni di CO2e (anidride carbonica equivalente) di circa 4,5 Tg/anno (1 Tg = 1 milione di tonnellate). Negli anni più recenti il calo delle emissioni di CO2e è rallentato, attestandosi attorno a 2,25 Tg/anno. Nel computo delle emissioni di CO2e la California non ha mai tenuto conto del contributo legato al fluoruro di solforile. Secondo gli Autori, si stima che – a seconda delle ipotesi che si possono fare sul tempo medio di permanenza nell’atmosfera – le emissioni californiane di SO2F2 corrispondano ad una quantità compresa tra 0,7 e 2,7 Tg/anno di CO2e (dato medio riferito al periodo 2015-2017).

Pur in presenza di un ampio margine di incertezza, notiamo che le emissioni annuali di fluoruro di solforile (espresse in CO2e) sono simili – come ordine di grandezza – al taglio delle emissioni climalteranti che attualmente la California riesce a realizzare nell’arco di circa un anno.

L’incidenza delle emissioni californiane di SO2F2 non ha eguali in altre parti del mondo, neppure all’interno degli Stati Uniti. Gli Autori fanno tuttavia notare che i dati del GGGRN assegnano alla Florida (un altro stato americano dove il problema delle termiti è particolarmente acuto) un livello di emissioni molto inferiore rispetto a quanto potremmo ragionevolmente aspettarci. Gli Autori non escludono che questo risultato sia dovuto alla mancanza di dati sufficientemente accurati relativi alle emissioni di SO2F2 provenienti dalla Florida.

Rimane il fatto che se tutto il mondo emettesse SO2F2 con i ritmi californiani il raggiungimento dell’obiettivo “net zero emission” sarebbe ancora più difficile fa raggiungere.

Questo particolare esempio ci fa capire quanto sia complicato il problema del controllo dell’effetto serra. La causa principale di tale effetto va senz’altro attribuita alle emissioni antropogeniche di anidride carbonica e di metano, ma anche altri gas possono incidere sul fenomeno. A causa delle diverse attività umane, ogni giorno scarichiamo nell’atmosfera ingenti quantità di gas e talvolta non abbiamo neppure chiaro quali possano essere gli effetti provocati da tali emissioni.

Per contrastare efficacemente il riscaldamento globale dobbiamo agire senz’altro per ridurre le emissioni quantitativamente più rilevanti, ma non dobbiamo sottovalutare quelli che – a prima vista – potrebbero apparire solo come dei contributi di entità trascurabile.

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