Nell’estate del 2022 stavamo attraversando una acuta crisi energetica. In quello stesso periodo era in corso la campagna elettorale che avrebbe portato all’elezione del Governo Meloni. Forse ricorderete le promesse dei politici che millantavano la possibilità di risolvere rapidamente i problemi energetici dell’Italia aumentando in modo sostanziale l’estrazione del gas dai depositi presenti sul territorio nazionale. Almeno per il momento, queste promesse non hanno prodotto alcun effetto.
I dati relativi all’estrazione del gas naturale proveniente dai depositi nazionali mostrano da lungo tempo un progressivo declino. Tale andamento deriva da una serie di fattori che includono il progressivo esaurimento dei (limitati) giacimenti presenti sul territorio italiano e la riduzione degli investimenti da parte dei produttori che hanno preferito investire in altre zone geografiche più redditizie.
Come avevo discusso a suo tempo, invertire questa tendenza non è affatto semplice anche perché se – ipoteticamente – aumentassimo la produzione nazionale di un ordine di grandezza esauriremmo i depositi nazionali nel giro di pochi anni.
Il grafico seguente (basato su dati del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) mostra l’andamento della produzione registrata nel corso degli ultimi 10 anni:
Il dato relativo al 2024 è ovviamente solo preliminare. Si tratta di una stima basata sulla estrapolazione dei primi 7 mesi dell’anno e potrebbe cambiare quando si faranno i conti definitivi alla fine dell’anno, ma difficilmente la produzione degli ultimi mesi potrà invertire la tendenza in atto.
Forse si potrà vedere una debole inversione di tendenza o almeno una stabilizzazione della produzione quando – nei prossimi anni – entreranno in funzione alcuni nuovi pozzi localizzati nel canale di Sicilia attualmente in fase di costruzione. Ma non mi aspetto di vedere aumenti particolarmente significativi.
Quella del gas “italiano” semplice e veloce panacea per tutti i mali energetici italiani è uno slogan che ha avuto un certo successo durante la campagna elettorale del 2022, ma che nei fatti si è rivelata una vera e propria bufala.
Alle prossime elezioni dovranno inventarsene un’altra!
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