Le novità registrate nel corso del 2024 sono state molto rilevanti ed ormai Tesla (ed i suoi principali concorrenti cinesi) sono pronti a commercializzare sistemi di guida autonoma più efficienti e sicuri rispetto ad un autista umano medio. Si conferma ancora una volta il netto distacco rispetto ai produttori europei che non hanno investito sufficientemente nella ricerca e rimangono ancorati ai loro vecchi motori a combustione interna. Le auto a guida autonoma rappresentano un salto di paradigma e promettono di rivoluzionare completamente il mercato automobilistico (e di mettere definitivamente in soffitta gli introvabili taxi a guida “umana“).
Sembra definitivamente passato il tempo in cui le persone investivano una parte consistente dei loro guadagni per acquistare auto scelte soprattutto come una sorta di “status symbol“, destinate a passare la maggior parte del loro tempo ferme in un (costoso) parcheggio.
Come dimostrano i dati di mercato – almeno in Europa – le nuove generazioni hanno un approccio molto più disincantato nei confronti dell’automobile . Non c’è più – appena raggiunta l’età minima per la patente – la corsa per sostenere l’esame di guida e soprattutto i giovani sono meno interessati a possedere un’auto personale.
I motivi di questo cambio di atteggiamento sono molteplici, ma non è mia intenzione addentrarmi in una discussione che – oltre a questioni puramente tecnologiche – comprende anche aspetti economici e sociali sui quali non ho competenza. Qui mi limiterò a mettere in luce una conseguenza di tale cambiamento: crolla la voglia di acquistare un’automobile, ma non crolla la necessità di spostarsi. La risposta può venire da varie fonti come – ad esempio – un aumento dell’offerta di trasporto pubblico o l’utilizzo di mezzi di trasporto “leggeri” come i monopattini.
I grandi mezzi di trasporto pubblico – anche se estesi ed efficienti – non possono soddisfare tutte le esigenze ed il monopattino – quando aumenta l’età dei guidatori – potrebbe rivelarsi un mezzo particolarmente pericoloso. La risposta potrebbe essere data da una “terza gamba” rappresentata dai taxi. Purtroppo tale soluzione è attualmente troppo costosa per coprire una domanda “di massa” (in Italia, considerata la scarsità dell’offerta, il servizio sovente non copre neppure la domanda “di nicchia”).
Le auto elettriche dotate di sistemi di guida autonoma possono rappresentare un salto di paradigma in grado di cambiare completamente il nostro approccio al trasporto individuale (soprattutto in ambito urbano). Pensate ad una flotta di auto a guida autonoma che potete chiamare usando il vostro smartphone. L’auto vi raggiungerà nel posto da voi scelto e vi porterà a destinazione. Una volta terminato il viaggio non dovrete preoccuparvi di trovare un parcheggio. Così come un taxi guidato da un autista umano, l’auto sarà ora a disposizione di un altro cliente.
Un utilizzo estensivo dei taxi a guida autonoma potrebbe dare il colpo di grazia agli acquisti di auto per uso esclusivamente personale che ci saranno sempre, ma interesseranno una frazione decrescente dei cittadini.
Uno scenario di tale tipo – oltre a produrre sostanziali risparmi per gli utenti – vedrà anche una drastica riduzione del “mare di latta” formato dalle nostre autovetture personali parcheggiate lungo i bordi delle strade cittadine. Serviranno solo pochi parcheggi di quartiere in grado di ospitare i taxi a guida autonoma durante le ore di minor utilizzo.
Va inoltre ricordato che le auto a guida autonoma potranno essere rese compatibili con metodi di gestione “intelligente” del traffico che potranno aiutare a ridurre code ed ingorghi nel traffico cittadino. I vantaggi per la qualità della vita e per l’ambiente sono evidenti.
Ovviamente un approccio di questo tipo potrebbe andare ad intaccare anche molti interessi economici consolidati. Pensiamo – ad esempio – al crollo del numero di polizze assicurative e alla riduzione degli incassi dei carrozzieri perché le nuove auto a guida autonoma saranno molto meno soggette a quei tipici incidenti da distrazione che oggi caratterizzano il traffico automobilistico urbano. Per non parlare dei guidatori umani di taxi che si vedranno soppiantati da una macchina. Le reazioni di talune categorie professionali potrebbero essere anche “vivaci“.
Lo scenario che ho delineato sopra presume che entro pochi anni siano disponibili auto a guida autonoma che possano muoversi in completa autonomia, garantendo un elevatissimo standard di sicurezza.
Fino ad oggi – almeno in Europa – di guida autonoma ne abbiamo vista molto poca. Le aziende automobilistiche europee sono tremendamente indietro rispetto allo sviluppo delle auto elettriche (le sole compatibili con i sistemi più avanzati di guida autonoma) e soprattutto nello sviluppo di software automobilistico (in particolare delle applicazioni di intelligenza artificiale dedicate allo specifico settore della guida autonoma).
Diversa è la situazione negli USA ed in Cina dove Tesla ed i suoi principali competitori sono molto avanti nello sviluppo di auto elettriche dotate di sistemi di guida autonoma avanzata.
In particolare – nel corso del 2024 – Tesla ha dimostrato il funzionamento del suo nuovo sistema di guida autonoma interamente basato su reti neurali (dispositivi elettronici che simulano il funzionamento delle reti di neuroni umani e che sono fondamentali per le applicazioni di intelligenza artificiale). Stati Uniti e Cina – oltre ad esser molto avanti nella ricerca – sono favorite anche da regole meno rigide per quanto riguarda la sperimentazione dei veicoli a guida autonoma nelle condizioni di traffico urbano “reale“.
Attualmente i modelli più avanzati arrivano a livelli di autonomia classificati come Full Self-Driving (Supervised) ovvero sono autonomi nelle operazioni di guida, ma richiedono la presenza a bordo dell’auto di una autista umano che normalmente non fa nulla, ma che deve essere pronto ad intervenire in caso di emergenza. Non siamo ancora arrivati alla piena e totale autonomia (il cosiddetto livello L5), ma i tempi necessari per raggiungere tale traguardo non saranno lunghissimi (si stima che ci vorrà un arco di tempo compreso tra 5 e 10 anni). La soluzione non è per domani, ma c’è una elevatissima probabilità che entro il fatidico anno 2035 i taxi senza conducente siano diventati una realtà concreta.
In questo momento in Europa tutti ci interroghiamo sul futuro delle nostre grandi aziende automobilistiche e molti premono per bloccare la transizione verso l’auto elettrica, rimanendo ancorati ai vecchi modelli basati sui motori a combustione interna.
Queste persone si illudono che l’evoluzione futura della tecnologia automobilistica possa essere bloccata alzando barriere doganali. Purtroppo il mondo va avanti e non saranno certamente i dazi a salvare le vecchie aziende automobilistiche europee.
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