Dopo molte settimane durante le quali abbiamo assistito ad una inaspettata e forte ondata di contagi estivi, tutti gli indicatori pandemici – incluso quello relativo ai decessi – mostrano che il picco pandemico si sta esaurendo.
Speriamo di poterci godere il resto dell’estate senza troppe preoccupazioni e poi – in autunno – vedremo cosa succederà. Quasi 3 anni di pandemia ci hanno insegnato che il virus ha un andamento difficilmente prevedibile e che la comparsa di nuovi ceppi virali può portare a rapidi cambi di fronte dell’andamento pandemico.
Quando, alla fine del 2019, il primo ceppo di SARS_CoV_2 comparve a Wuhan, gli epidemiologi stimarono che avesse un indice di trasmissione intrinseco R0 compreso tra 2,5 e 3. Ricordo che R0 è il numero medio dei nuovi contagi provocati da ogni positivo, in assenza di protezioni e di anticorpi tra le persone esposte. Il ceppo attuale (Omicron WA.5) avrebbe un valore di R0 maggiore o uguale a 15: in pratica si tratterebbe di uno dei virus più contagiosi che abbia mai colpito la specie umana.
Difficile (ma non del tutto impossibile) che da qui all’autunno possa comparire una nuova variante di SARS-CoV-2 che abbia un valore di R0 ancora più alto, ma potrebbe avere così tante mutazioni da riuscire ad aggirare quasi completamente le difese immunitarie che ormai sono presenti in gran parte della popolazione mondiale (grazie ai vaccini ed ai contagi pregressi).
Ciò che succederà in autunno – almeno per il momento – non lo possiamo prevedere. L’ipotesi più ottimistica (ma non sarebbe la prima volta che viene fatta e che non si avvera) è che ormai la pandemia abbia imboccato con decisione la fase calante e che le prossime ondate pandemiche saranno sempre più deboli. L’ipotesi più pessimistica è che il virus muti così tanto da comportarsi – di fatto – come se fosse un vero e proprio nuovo virus, completamente sconosciuto dalle difese immunitarie presenti nella popolazione.
Molto dipenderà anche dai vaccini che saranno disponibili in autunno per la campagna di vaccinazione abbinata influenza/Covid 19. Per gli anziani e le persone più fragili tali vaccini possono fare la differenza rispetto alle conseguenze di un eventuale contagio. Si spera anche che da qui all’autunno le Autorità sanitarie riescano finalmente a mettere a punto un meccanismo di somministrazione precoce del Paxlovid per tutti coloro che ne possono trarre beneficio.
Nel frattempo, consoliamoci guardando i dati delle ultime 2 settimane che – come anticipavo nel titolo di questo post – mostrano tutti una tendenza verso il miglioramento.
Il prossimo aggiornamento sull’andamento della pandemia di Covid-19 dovrebbe uscire all’inizio del mese di settembre (sperando che l’ondata si esaurisca senza colpi di coda!).
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