È meglio un parco eolico oggi o un laboratorio per la ricerca delle onde gravitazionali domani?

Quello che sta succedendo a Lula in provincia di Nuoro conferma che le energie rinnovabili possono talvolta generare problemi inaspettati. Gran parte dei politici sardi si sono schierati contro l’installazione di un parco eolico (finanziato dai fondi PNRR) perché temono che l’impianto possa danneggiare la proposta di trasformare una miniera abbandonata nel nuovo e più avanzato laboratorio europeo per la ricerca sulle onde gravitazionali. Energia rinnovabile contro ricerca fondamentale, ma dietro ad entrambe le iniziative girano comunque consistenti finanziamenti.

La Sardegna è uno dei territori italiani più vocati per la produzione di energia eolica e la recente crisi energetica ha stimolato la nascita di numerose nuove iniziative. Tra queste ce n’è anche una che riguarda il sito di Sos Enattos, posto nel comune di Lula, in provincia di Nuoro.

Oltre ad essere particolarmente ventosa, la zona è caratterizzata da una bassissima presenza di attività umane e quindi si presta in modo particolare per l’installazione delle pale eoliche (che a causa del rumore generato non possono essere installate vicino alle abitazioni). Il progetto del nuovo parco eolico è stato valutato molto positivamente, tanto da essere finanziato dai fondi PNRR.

Peccato che non lontano dal luogo dove sarà installato il nuovo campo eolico si trovi una vecchia miniera abbandonata dove – secondo una proposta presentata dall’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) – potrebbe essere costruito un nuovo laboratorio europeo destinato all’osservazione delle onde gravitazionali. Il progetto – chiamato Einstein Telescope – prevede di installare ad una profondità variabile tra 100 e 300 metri un interferometro dedicato alla rivelazione di onde gravitazionali (deformazioni dello spazio-tempo la cui esistenza era stata prevista per la prima volta da Einstein nel 1916 e che furono osservate sperimentalmente per la prima volta nel 2015).

Il progetto sarà finanziato con fondi europei e costerà complessivamente circa 5 miliardi di Euro, spalmati su 9 anni. Si tratta di un progetto di ricerca assolutamente fondamentale ed ovviamente le sue ricadute sia in termini di posti di lavoro sia per quanto riguarda il cosiddetto “indotto” sono ragguardevoli (anche se va ricordato che la gran parte dei finanziamenti dedicati all’acquisto delle attrezzature scientifiche sarà spesa al di fuori della Sardegna). Comunque, per quanto sia alto il prezzo di un kWh di energia elettrica, difficilmente il parco eolico potrebbe produrre una ricaduta economica della stessa consistenza.

Quello che complica la questione è il fatto che il parco eolico è un progetto già finanziato che può partire subito, mentre quella di ospitare in Sardegna l’Einstein Telescope è – almeno per il momento – solo una proposta in gara con le proposte fatte da altri Paesi (in particolare c’è una proposta di Olanda, Belgio e Germania che appare molto competitiva). La scelta finale sarà fatta solo nel 2025.

Tra i punti di forza della proposta sarda c’è il fatto che l’isola è caratterizzata da una bassissima sismicità ed il sito di Sos Enattos è lontano da autostrade e da strade a grande traffico. Queste condizioni minimizzano la presenza di perturbazioni di tipo meccanico che possono generare segnali spurii nel rivelatore di onde gravitazionali. A ciò si aggiunge il fatto che si potrebbero recuperare una buona parte delle gallerie della vecchia miniera minimizzando i costi di scavo delle strutture destinate ad ospitare il laboratorio.

Ovviamente se si installasse un parco eolico in prossimità della miniera verrebbero distrutte le condizioni di “quiete” che rendono attrattiva la proposta elaborata dall’INFN.

La sollevazione trasversale contro le pale eoliche che stiamo osservando ha generato in me qualche domanda:

  1. Dove erano i politici che ora protestano compatti contro il parco eolico quando si discuteva delle priorità con cui assegnare i fondi del PNRR?
  2. Siamo sicuri che tutte le proteste siano tese a salvaguardare la proposta del nuovo laboratorio e non ci siano strumentalizzazioni da parte di una fascia di integralisti che osteggiano i parchi eolici per il loro impatto sul paesaggio e sulla fauna selvatica?
  3. L’INFN ha autorevolmente dichiarato che le 2 proposte potrebbero essere compatibili (basterebbe garantire una fascia di garanzia, installando il parco eolico ad una adeguata distanza rispetto al telescopio gravitazionale).
  4. Perché invece di schierarsi a testa bassa contro il parco eolico non si cerca di capire – dati alla mano – se si possa trovare una soluzione adeguata per salvare sia il parco eolico (certo, se non si mandano in fumo i fondi PNRR) ed il telescopio gravitazionale (incerto, perché in Europa ci sono altri agguerriti concorrenti che ce lo contendono)?

Come fisico, mi auguro che il progetto di ospitare l’Einstein Telescope in Sardegna vada a buon fine. Sarebbe una iniziativa di grande prestigio scientifico oltre a rappresentare una occasione incredibile dal punto di vista della modernizzazione del territorio dove il laboratorio sarà installato. Ma sarebbe un peccato che polemiche fatte a testa bassa, senza alcuna capacità di trovare un punto di equilibrio, vanifichino la possibilità di costruire un campo eolico che potrebbe contribuire ad alleviare la nostra dipendenza energetica dall’estero e fornirebbe energia a basso costo e pulita (vibrazioni meccaniche a parte).

Il rischio – non dimentichiamolo – è che alla fine non si costruisca il campo eolico e che il telescopio gravitazionale finisca nel nord-Europa.

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