Il Ministero dell’ambiente ha pubblicato la versione aggiornata del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. Il documento descrive in modo abbastanza dettagliato gli effetti prodotti su scala nazionale dal riscaldamento globale ed elenca una serie di misure che potrebbero servire per limitare i danni provocati dall’aumento delle temperature medie.
Il documento pubblicato recentemente dal Ministero dell’ambiente fornisce un quadro piuttosto dettagliato degli effetti prodotti in Italia dal riscaldamento globale. La situazione che emerge è molto preoccupante: aumentano sensibilmente i rischi per la stabilità del territorio messa a repentaglio da eventi meteorologici estremi e gli effetti della siccità potranno provocare danni sensibili soprattutto al Sud. Anche il turismo, uno dei punti di forza della nostra economia, potrebbe essere messo in crisi.
Il documento è molto meno preciso e dettagliato quando, dall’analisi degli effetti climatici in atto, si passa alla scelta delle azioni da intraprendere per mitigarne gli effetti. Il Piano non va oltre una elencazione – piuttosto burocratica – dei possibili interventi, ma non ne definisce la priorità soprattutto rispetto agli altri compiti dello Stato (banalmente, è meglio investire nelle pensioni per gli anziani o nella mitigazione dei danni che il riscaldamento globale potrà produrre tra 10 o 20 anni?). La questione diventa particolarmente preoccupante perché molti esponenti del nuovo Governo nazionale si distinguono per un approccio ai problemi climatici che oscilla tra negazionismo, disinformazione ed una sconcertante sottovalutazione dei problemi.
Il rischio che il documento del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica finisca in un cassetto e sia rapidamente dimenticato è fortissimo. Mi auguro che l’opinione pubblica sia capace di mantenere viva l’attenzione sui problemi del cambiamento climatico con la necessaria continuità e non soltanto in occasione dei (purtroppo) sempre più frequenti disastri legati ad eventi meteorologici estremi.
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