Alimentazione e clima: mangeremo spirulina al posto della carne “rossa”?

La spirulina (Arthrospira platensis) è un’alga unicellulare che cresce nelle acque salmastre delle zone tropicali e subtropicali. Dall’Islanda arriva la notizia che una società locale ha avviato la produzione su larga scala della spirulina sfruttando le risorse geotermiche di cui il Paese è dotato. La spirulina, che è già utilizzata come integratore alimentare dagli sportivi, potrebbe diventare un alimento alternativo rispetto alle carni “rosse“, con grandi vantaggi in termini ambientali e climatici. Per quanto riguarda gli aspetti gastronomici, il dibattito è aperto.

L’impianto della compagnia Vaxa che produce spirulina sfruttando le risorse geotermiche disponibili in Islanda (crediti: immagine Pétur Gunnarsson, Vaxa Iceland)

Confesso che io conoscevo la spirulina perché viene spesso utilizzata nei mangimi per pesci d’acquario, ma mi dicono che gli integratori a base di spirulina oggi sono molto diffusi soprattutto tra gli sportivi.

La spirulina è un’alga unicellulare che cresce nelle acque salmastre delle zone tropicali e subtropicali. I suoi poteri nutritivi sono notevoli ed è ricca di sostanze che possono contribuire ad una sana alimentazione. Nessuno si aspetterebbe di trovarla in Islanda, ma – grazie alle più moderne tecnologie – proprio in Islanda è stata sviluppata una iniziativa industriale dedicata alla produzione di spirulina su larga scala.

L’impianto sfrutta le risorse geotermiche che sono abbondanti nell’isola. Da queste sorgenti si ricava l’energia necessaria per scaldare ed illuminare l’impianto ed anche l’anidride carbonica che viene utilizzata per accelerare la velocità di crescita delle alghe.

Le caratteristiche dell’impianto sono descritte in un articolo apparso su Marine Biotechnology.

L’obiettivo di questa iniziativa è quella di trovare un metodo di produzione della spirulina sufficientemente efficace per poterla proporre come un alimento alternativo rispetto alle carni rosse (quelle che hanno il maggiore impatto dal punto di vista ambientale e climatico, soprattutto se la produzione avviene in allevamenti intensivi).

Sulle qualità gastronomiche della spirulina non mi esprimo (non l’ho mai assaggiata), ma posso testimoniare che i pesci del mio acquario la gradivano molto.

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