Sta per arrivare sul mercato un nuovo tipo di centrale nucleare basato su una struttura modulare (chiamata SMR). Questa tecnologia garantirà una grande flessibilità a livello di dimensionamento e tempi di costruzione decisamente più brevi rispetto alle attuali centrali nucleari. Le centrali SMR saranno inoltre intrinsecamente sicure (si spegneranno automaticamente in caso di malfunzionamento senza bisogno di un intervento esterno, anche in assenza di una sorgente di energia elettrica). Secondo i critici, le centrali SMR saranno caratterizzate da un bassa efficienza nell’utilizzo del combustibile nucleare e produrranno una quantità di scorie radioattive decisamente più alta rispetto a quella delle attuali centrali nucleari. Talvolta le centrali SMR vengono confuse con le centrali di IV generazione, ma si tratta solo di un grosso equivoco.
Tra le nuove tecnologie nucleari che potrebbero avere un forte impatto sul futuro del mercato energetico, quella SMR (acronimo di Small Modular Reactor) è forse la più vicina alla fase della effettiva commercializzazione. L’idea è quella di abbandonare la costruzione di grandi impianti monolitici (come si è fatto praticamente fino ad oggi), sostituendoli con un numero variabile (da 4 fino a 12) di moduli prefabbricati, ciascuno con una potenza compresa tra 50 e 100 MW. I moduli funzioneranno in modo indipendente e saranno caratterizzati da un elevatissimo livello di sicurezza intrinseca (si spegneranno automaticamente in caso di malfunzionamento).
A livello costruttivo, i moduli saranno completamente assemblati in fabbrica e poi saranno installati direttamente in centrale. Grazie all’adozione di tale sistema i tempi ed i costi di costruzione delle centrali SMR dovrebbero essere significativamente ridotti rispetto a quelli delle centrali nucleari tradizionali.
Si prevede che le centrali SMR, grazie allo spazio relativamente limitato di cui necessitano, potrebbero essere installate nei siti attualmente occupati dalle vecchie centrali a carbone, riducendo in modo significativo le emissioni di CO2. Non tutti sono d’accordo con questa idea e c’è anche chi sostiene che sarebbe più conveniente sostituire le vecchie centrali a carbone con centrali termoelettriche alimentate a metano (che ovviamente portano ad una riduzione molto minore delle emissioni di CO2). Il confronto tra le 2 tecnologie dipende anche dal livello che sarà fissata per la cosiddetta “Carbon tax” ovvero l’imposta che colpisce le emissioni di anidride carbonica. Se la tassa fosse troppo bassa le centrali SMR diventerebbero poco competitive.
Aldilà delle considerazioni di carattere economico, non possiamo dimenticare che – esattamente come fanno le centrali nucleari attualmente in uso – anche le centrali SMR produrranno una grande quantità di scorie radioattive. Anzi, secondo alcuni studiosi, la quantità di scorie prodotta dalle centrali SMR (a parità di energia prodotta) sarà decisamente superiore rispetto a quella delle altre centrali nucleari. I principali progettisti di centrali SMR sostengono che tali stime sono sovrastimate perché basate su “dati vecchi“, ma – almeno fino ad oggi – non hanno fornito dati attendibili sulla quantità di scorie prodotta dai loro impianti.
Qualcuno ha presentato le centrali SMR come impianti di IV generazione. In realtà sono solo una evoluzione delle centrali di II e III generazione perché fanno uso di neutroni lenti, esattamente come faceva la prima centrale nucleare ideata da Enrico Fermi.
Le vere centrali di IV generazione (attualmente in fase di sviluppo) useranno neutroni veloci, riducendo drasticamente la quantità di scorie radioattive (ed eliminando completamente quelle a lungo tempo di decadimento). Purtroppo bisognerà aspettare ancora qualche anno prima che le vere centrali di IV generazione diventino effettivamente disponibili.
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