Nel corso del mese di marzo 2023 i prezzi (all’ingrosso) dell’energia elettrica e del gas naturale hanno mostrato un lieve calo rispetto al mese precedente. Siamo lontanissimi dai picchi osservati durante l’estate 2022, ma ancora decisamente sopra ai prezzi che si registravano fino al 2020. Ormai l’inverno è finito ed i depositi di gas naturale sono stati utilizzati per meno della metà della loro capacità complessiva. Questo ci consente di prepararci al prossimo inverno senza eccessive ansie. Nel frattempo il Governo Meloni ha abolito alcuni degli sconti in bolletta introdotti dal Presidente Draghi. L’effetto sulle prossime bollette lo scopriremo più avanti: il calo dei prezzi all’ingrosso e il ripristino degli oneri di sistema avranno effetti contrapposti. Un calo significativo ci sarà senz’altro per le utenze elettriche di “maggior tutela” che nel primo trimestre hanno pagato quasi 0,5 Euro/kWh, un prezzo più che doppio rispetto al prezzo all’ingrosso. Finalmente, a partire dal 1 aprile ci sarà una forte riduzione che riporterà il prezzo più vicino a quelli di mercato.
Durante il mese di marzo il mercato energetico italiano è stato caratterizzato da un andamento tutto sommato tranquillo, confermando la tendenza verso una lieve discesa dei prezzi. Il prezzo medio del gas naturale si è stabilizzato appena sotto i 50 Euro/MWh, mentre per l’energia elettrica siamo intorno ai 135 Euro/MWh.
Il recente arrivo della nave gassificatrice nel porto di Piombino consentirà all’Italia di aumentare la sua capacità di importazione per il gas naturale liquefatto (GNL), rendendola sostanzialmente indipendente dalle forniture che arrivano dai metanodotti russi (a parte quelle che continuano ad arrivare in modo indiretto sotto forma di GNL che viene prodotto in Russia e, dopo giri tortuosi, arriva in Italia con una “bandiera” diversa da quella d’origine).
Durante i prossimi mesi – a meno che non si verifichino eventi di particolare gravità – il mercato energetico italiano non dovrebbe registrare particolari tensioni. La persistente siccità potrà portare ad una ulteriore forte riduzione della produzione di energia idroelettrica, mentre – grazie alla installazione di nuovi impianti – si dovrebbe registrare un aumento della produzione di altre energie rinnovabili (solare ed eolico). Il costo relativamente contenuto del gas naturale dovrebbe consentire di ridurre il ricorso al carbone per l’alimentazione delle centrali termoelettriche.
Dal punto di vista economico, sarà interessante osservare se la minore pressione dei prezzi energetici potrà contribuire a ridurre l’elevatissima inflazione di cui stiamo soffrendo.
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